Superbonus, allarme della Confartigianato: “Imprese a rischio”

Il presidente Boschetto: “Migliaia di aziende in difficoltà se se non si modificano le procedure di cessione del credito e non si prorogano i termini per i condomini”

Jessica Pasqualon
Jessica Pasqualon

“L’iter parlamentare di conversione del “Aiuti Quater” è l’ultima chiamata per porre i necessari correttivi alle regole del superbonus che, se dovessero restare invariate, rischiano di mettere in difficoltà migliaia di imprese venete. A tale scopo come Confartigianato Imprese Veneto abbiamo presentato delle proposte di modifica alle procedure di cessione del credito, di stabilità delle regole e di proroga dei termini per i condomini”.

E’ quanto afferma Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto che, riparametrando per il Veneto i risultati sugli effetti economici del Super ecobonus stimati qualche giorno fa dal Censis in collaborazione con Harley&Dikkinson e le Organizzazioni delle Costruzioni tra le quali Anaepa-Confartigianato, sottolinea che gli oltre i 5 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 legati all’utilizzo del Super ecobonus su oltre 40 mila edifici hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 7,8 miliardi di euro (effetto diretto), cui si sommano 3,5 miliardi di euro di produzione attivata in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto (effetto indiretto), per un totale di almeno 11,3 miliardi di euro.

“Forti di questi numeri" afferma Boschetto “sulle procedure di cessione dei crediti fiscali chiediamo: di stabilire una uniformità di comportamento da parte degli istituti bancari, promuovendo di concerto con ABI ed Agenzia delle Entrate, la creazione di una sorta di codice univoco di condotta nelle procedure di acquisizione, di definire in maniera inequivocabile e, soprattutto, non suscettibile di cambiamenti ad effetto retroattivo; il confine della responsabilità del cessionario che diviene solidalmente responsabile, in caso di acquisto di crediti quando ometta “il ricorso alla specifica diligenza richiesta” (serve un elenco esaustivo di documenti ed azioni da intraprendere in via preliminare rispetto all’acquisto); consentire all’acquirente del credito, di poter utilizzare anche negli anni successivi, ciò che, per incapienza, non è riuscito a compensare. Infine sui crediti posseduti dalle imprese e definiti “incagliati”, proponiamo di individuare un compratore di ultima istanza per quei crediti che, sottoposti a verifica preventiva, risultino sani ma non ceduti a terzi per mancanza di acquirenti. Stabilire una sorta di procedura guidata, e garantita, di liquidazione di tali crediti, di fatto, incedibili altrimenti. Oppure, riconoscere la possibilità di una deducibilità fiscale”.

“Sulle percentuali di detrazione fruibile” prosegue “con il taglio al 90% abbiamo proposto di destinare una parte delle risorse così liberate, nella creazione di una detrazione della spesa sostenuta per dotare gli edifici, produttivi e non, di impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili. Agevolazione da potenziare rispetto all’attuale prevista dall’art. 16 bis del T.U.I.R., da creare ex novo in favore delle imprese”.

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