I distillati meglio delle attese. Bonollo: «I conti hanno retto»

Tra dazi, consumi prudenti e una ripresa nella seconda parte dell’anno, il gruppo veneto guarda con fiducia al 2026

Maurizio Cescon

Un anno, il 2025, che per chi produce e vende vini, alcolici e distillati avrebbe potuto essere molto negativo. E invece si è rivelato meno deludente del previsto, consentendo alla maggior parte delle aziende di tenere sotto controllo i conti economici.

La conferma arriva da Elvio Bonollo, consigliere di amministrazione della Bonollo 1908, uno dei brand veneti più importanti del settore, che aveva chiuso il 2024 con un fatturato di 77 milioni (da 80 nel 2023) e un ebitda pari al 14% dei ricavi (dal 13,6%).

«Nel complesso il 2025 è stato particolare, ricco di evoluzioni e cambiamenti - spiega l’imprenditore - . C’è stata prudenza da parte dei consumatori, condizionati da fattori che hanno inciso, come la situazione internazionale di incertezza. In particolare la prima metà dell’anno, anche con l’introduzione dei dazi negli Stati Uniti, è stata più complicata. Ma nella seconda parte si è assistito a un ritorno di fiducia, sia in Italia che all’estero. Il trend di incertezza ha mostrato un’inversione di tendenza, c’è stato maggiore interesse per il consumo domestico e per il periodo natalizio. Le bevande che vendiamo ci legano a momenti belli, le feste sono importanti per lo sviluppo e la tenuta del nostro business. Resto convinto che il 2026 possa continuare in modo positivo per i mercati, in particolare se la situazione internazionale andrà verso una semplificazione, una normalizzazione. Potremmo lavorare in Paesi in cui c’è potenziale sui nostri prodotti».

Grappe, liquori, cognac, distillati: i gusti dei consumatori sono cambiati e continuano a cambiare. E le imprese devono stare al passo.

«Oggi il consumo di alcolici è moderato, consapevole, non ha nulla a che fare con il bere smodato, con lo sballo - ha affermato Bonollo - . Contano molto, nei distillati che facciamo, la ricerca della sensorialità e il perfezionamento, caratteristiche che ci appartengono, sono la nostra passione. Abbiamo presentato a settembre il blend di riserve - prevalentemente di vinacce rosse - Lux Aurea, invecchiato 8 anni in botti di rovere. L’obiettivo era offrire un prodotto molto evoluto dal punto di vista delle caratteristiche sensoriali, con una degustazione coinvolgente ed elegante. Stiamo parlando di una bevanda che ha un prezzo importante, vale un regalo di livello. Ma nonostante il costo, abbiamo notato un apprezzamento trasversale, un po’ in tutta Italia dove lo abbiamo proposto. Chi sorseggia Lux Aurea, sorseggia un pezzetto della nostra storia».

L’anno che si apre tra pochi giorni, per Bonollo sarà di consolidamento. «Nel 2026 ottimizzeremo i processi produttivi - ha aggiunto l’imprenditore -, sarà necessario portare a regime tutto quello che è stato implementato finora, penso alla distilleria, ai sottoprodotti, al biometano, alle tecnologie che ci permettono di gestire le nostre bottiglie. Per quanto riguarda i mercati, siamo concentrati sull’Italia, dove vendiamo l’80% della grappa. Il Centro Sud ci sta dando soddisfazione, sull’estero si può fare uno sviluppo graduale, perché prima bisogna far conoscere il prodotto e far appassionare il consumatore, abbiamo la fortuna dell’italianità, del Made in Italy che possiamo sfruttare».

Elvio Bonollo non crede che la fascia dei giovani sia perduta o marginale per un’azienda vinicola o una distilleria. «È una questione di educazione - ha osservato –, oggi la comunicazione sull’alcol spesso è allarmistica. Invece bisogna spiegare che esiste l’alcol fine a sé stesso che porta solo problemi, ma che invece c’è un modello di consumo di vino o dei liquori o della grappa che parte da lontano, dalla tradizione. Dove c’è sobrietà e moderazione, sorseggiare un buon bicchiere può dare un arricchimento, accompagnare la convivialità. Si tratta di un percorso, in cui i giovani vanno guidati».

Grande attenzione, infine, alla transizione green. Da sempre ispirata da principi come riutilizzo delle risorse, Bonollo lavora per valorizzare i propri prodotti e ridurre al minimo l’impatto ambientale delle proprie attività. In azienda il processo di lavorazione concretizza il concetto di economia circolare: le materie prime che giungono in distilleria – ottenute in cantina a seguito dalla produzione del vino - hanno ancora un’incredibile ricchezza di aromi e di profumi da trasformare in pregiati distillati.

In una logica di innovazione e valorizzazione dalla vinaccia, dopo la creazione di acquaviti di alta qualità, c’è molto di utile e prezioso da ottenere. Grazie alla capacità di innovare i propri processi, ogni giorno si valorizza ciò che resta dopo la distillazione, regalando nuova vita e utilità a ciascun sottoprodotto.

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