Sui banchi di mezzo mondo gli affettati vegani della goriziana Biolab
Il fondatore Massimo Santinelli: «Siamo presenti anche in Australia e Sud America. Solo il 50% del business è realizzato in Italia»

Trasformare una macelleria in un laboratorio per produrre gastronomia vegana rappresenta l’apice del contrappasso industriale. Ed è esattamente quello che è riuscito a realizzare il goriziano Massimo Santinelli della Biolab che, adesso, riesce a collocare i suoi sofisticati prodotti, tra cui anche il carpaccio e gli affettati vegetali “ready to eat” in mezzo mondo, dall’Australia al Sud America, da Israele (essendo certificato kosher) alla più vicina catena austriaca Billa. Nel complesso, l’azienda fattura all’estero metà del fatturato, con una forte progressione.
Biolab viene fondata nel 1991 da Massimo Santinelli, l’attuale titolare ed amministratore delegato della società. Inizialmente si tratta di un piccolo laboratorio artigianale dedicato a tofu e seitan che, nel 1993, dà il via a una stretta collaborazione con Ecor, distributore biologico proprietario dei punti vendita NaturaSì e CuoreBio, dove i prodotti Biolab sono tutt’oggi presenti. Da quel momento l’azienda si è sviluppata in modo rapido e costante ed attualmente l’indotto conta circa 90 dipendenti con 16 milioni di fatturato distribuiti tra grande distribuzione in Italia e all’estero, a catene specializzate bio e discount.

Grazie ad un continuo sviluppo arriviamo al terzo stabilimento, appunto quello che evoca la legge del contrappasso dantesco. La storia è peculiare. Santinelli acquista infatti l’ex macello di Gorizia che, dopo una importante ristrutturazione, viene completamente riconvertito in una nuova realtà dedicata solamente a referenze vegetali. Ma anche il secondo impianto arrivava dal recupero di un’attività dismessa: era una vecchia segheria quella in cui oggi, dopo una riqualificazione, ha luogo l’intera produzione di tofu e seitan.
Da poco, elemento di cui a Gorizia sono molto orgogliosi, Biolab è riuscita a barcare in Austria, un mercato particolarmente difficile e sofisticato per le peculiari caratteristiche di quei consumatori. Oggi infatti l’azienda è presente in circa 150 punti vendita Billa plus con seitan, affettato vegetale gusto carpaccio (Biolab) e con affettato vegetale gusto pastrami (marchiato Liveg).Prova tangibile che Biolab si sta sempre più affermando nel panorama europeo, esportando un made in Italy non solo tradizionale, ma “coerente, sostenibile e di qualità”, dicono in azienda.
“La nostra strategia - racconta Santinelli - privilegia materie prime a km. zero, di produttori locali, con i quali negli anni abbiamo instaurato un rapporto di fiducia. In particolare, per la soia è stato possibile garantire l’approvvigionamento regionale. Per quanto riguarda invece le farine, in parte vengono fornite da un’azienda agricola proprietaria che ha in gestione molti ettari di terreno per la produzione. Per tutto il resto degli ingredienti ci affidiamo a fornitori qualificati con rigidi controlli”.
Oggi Biolab ha 70 addetti e opera su tre siti dove si lavora “senza contaminazione degli alimenti”. Del progetto Biolab fa parte integrante anche l’Azienda agricola Santinelli: 23 ettari di terreni - gran parte già in conversione biologica - dove viene coltivato il radicchio stagionale e di nicchia “Rosa di Gorizia”, e che forniscono materie prime per la produzione delle referenze.
Molta attenzione viene riservata anche al tema della riduzione della plastica. Parliamo di prodotti conservati in frigo e quindi la necessità di plastificare le confezioni è imprescindibile per garantire la corretta conservazione degli alimenti nei tempi dovuti.
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