Stefano Venier, Ad di Snam: «A Malborghetto investimento da 100 milioni»

Da porta di ingresso per il gas proveniente dalla Russia, a porta di uscita «per la sicurezza energetica di Paesi confinanti». Oggi grazie al gas che da sud viaggia verso nord, e domani «con la fornitura di molecole verdi, come l’idrogeno». È il nuovo ruolo disegnato da Snam per la centrale di Malborghetto, destinataria «di un investimento di 100 milioni di euro - spiega Stefano Venier, Ad di Snam, ieri a Udine per i 10 anni di AcegasApsAmga - impiegati per il cambiamento della tecnologia: da macchinari che utilizzavano fonti fossili, a macchinari che utilizzano energia elettrica verde, verranno installatati elettrocompressori al posto delle turbine a gas. Operazione da 100 milioni di investimenti e due anni di lavoro».
La sicurezza energetica è un tema che resta prioritario. L’Italia com’è messa?
«Lo scenario globale resta fragile, ma l’Italia in questa crisi ha risposto in modo più efficace rispetto ad altri paesi europei, per tre motivi. Il primo per l’articolazione delle sue infrastrutture: siamo l'unico Paese europeo che ha collegamenti via pipeline con cinque fonti diverse (ndr.: Russia, Norvegia, Algeria, Libia, Azerbaigian). A queste abbiamo rapidamente aggiunto le navi rigassificatrici per incrementare la nostra capacità di importazione di gas liquefatto. Con l'avvio della nave di Ravenna (a fine marzo ’25), l'Italia potrà contare per il 40-45% su questa modalità e per la parte restante da gas via tubo. Il secondo motivo è legato agli stoccaggi, che hanno giocato un ruolo sia per la sicurezza che come elemento calmierante rispetto alla volatilità dei prezzi. I terzo motivo è di sistema: nel momento più acuto della crisi c'è stato un forte lavoro di squadra tra Snam, governo e altri soggetti, in primis l'Eni, per trovare le risposte adeguate».
Si guarda con fiducia all’idrogeno come fonte green ma deve avere costi competitivi...
«E’ fondamentale poterlo produrre dove è ampiamente disponibile una risorsa rinnovabile, e sia il Sud Italia che il Nord Africa hanno queste condizioni. Poi andrà trasportato dal punti dove si può produrre a prezzi competitivi ai punti in cui si consuma. Le infrastrutture oggi disponibili per il trasporto del gas domani, opportunamente ammodernate, potranno rappresentare il veicolo da riutilizzare, riducendo investimenti e tempi. Gli interventi che noi oggi facciamo, come quello della Linea Adriatica, della costruzione del terzo corridoio da sud, sono “future proof”, a prova di futuro, ovvero in grado di portare non solo il gas oggi, ma l'idrogeno domani».e.d.g.
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