Smf raddoppia la sede e investe sull’export: «Manca manodopera»
Darvini: «Costretti ad appaltare lavorazioni a terzi»

La domanda di macchinari nuovi e di revamping degli impianti dell’industria europea dell’acciaio e dell’alluminio rimane alta. Così gli ordini per le aziende del settore, come la friulana Smf, non mancano. Ma si fa fatica a trovare il personale specializzato che serve per sostenere i piani di ampliamento della produzione.
Difficoltà sia per le figure senior sia per le junior, in particolare in ambito manutenzione, operatività macchine utensili e carpenteria. Si tratta di profili professionali molto ricercati dalle aziende manifatturiere italiane e del Nordest. Secondo i dati di Excelsior, in Italia la difficoltà di reperimento di operai addetti alle macchine utensili automatiche e semiautomatiche è del 60%, quella di installatori e manutentori è del 64%, mentre per fonditori, saldatori, lattonieri, calderai e montatori di carpenteria metallica si arriva al 71%.
In Friuli Venezia Giulia si sale fino al 77,5%. La Smf, Società Metalmeccanica Friulana, di Fagagna ne dà una testimonianza diretta. La collaborazione con gli istituti tecnici professionali friulani funziona nei limiti posti dal sistema italiano di formazione tecnico-professionale.
E il presidente di Smf, Ezio Darvini, non fa mistero di invidiare alla Germania il sistema duale scuola-lavoro degli istituti tecnici e professionali tedeschi (Berufsschulen), basato sull’assunzione degli studenti in azienda con contratti di formazione sin dall’inizio del percorso formativo, con alternanza continua di tre settimane di lezioni teoriche a scuola e di due o tre settimane di lavoro in apprendistato in azienda.

Smf, 20 milioni di fatturato, 80 dipendenti diretti e 20 indiretti, è specializzata in servizi di manutenzione di impianti e nella progettazione e realizzazione a proprio marchio e per conto terzi di macchine di vario tipo (movimentazione, cesoie, forni di pre-riscaldo, forni estrusori, legatrici) per acciaierie, laminatoi, estrusori e fonderie di alluminio. Oltre ai clienti storici in Friuli come Sms, Abs, Ferriere Nord, Fonderie Pandolfo, l’obiettivo è guardare al bacino mediterraneo e a clienti europei, mentre a Est, dopo la chiusura dei mercati di Russia e Bielorussia, Darvini e il nuovo Ceo Loris Maestrutti puntano su Polonia, Bulgaria, Ungheria e Romania.
Il mercato dell’innovazione tecnologica nei settori acciaio e alluminio tira. «Negli ultimi mesi assistiamo a un aumento degli investimenti in stabilimenti di estrusione e fonderie, tutti stanno chiedendo nuovi impianti», spiega il presidente.
«Il 2023 dovrebbe chiudersi con un aumento del 5% del fatturato rispetto al 2022, il portafoglio ordini si aggira sui 20 milioni di euro», prevede la responsabile amministrazione e finanza, Ivana Darvini. Così crescono anche gli investimenti di Smf per aumentare capacità ed efficienza produttiva: nuovi impianti 4.0, raddoppio della sede di Fagagna entro inizio 2024 con ampliamento del reparto carpenteria e degli spazi per gli uffici, e a Rizzolo un capannone adibito al montaggio.
Ma, appunto, serve personale: «Stiamo ampliando l’ufficio tecnico e cercando addetti alle macchine utensili. Ci servirebbero tre senior e tre giovani da formare, perché – spiegano Darvini e il direttore acquisti e produzione Manuel Di Biaggio – oggi siamo costretti a dare all'esterno una parte del lavoro che potremmo fare internamente, pari a 500 ore di lavoro al mese. I profili più difficili da trovare sono gli operatori su macchina e quelli di carpenteria, ambito quest’ultimo dove oggi gli operai sono tutti di origine serba e rumena. Siamo sotto organico, basti pensare – rimarcano – che da settembre a dicembre, per far fronte al programma di servizi di manutenzione degli impianti presso i nostri clienti, dobbiamo spostare fino a quindici addetti della produzione».
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