Sit, De’ Stefani: «Dopo le difficoltà è l’anno del cambiamento»

Ricavi in crescita a quota 153 milioni, la marginalità sale al 13,4%. «Gli Stati Uniti l’area più dinamica»

Roberta Paolini

«Dopo due anni difficili, stiamo tornando a quella che per noi era la normalità. E questa semestrale, che segue una trimestrale di grande turnaround, conferma il cambio di passo». Federico De’ Stefani, presidente e amministratore delegato di Sit, non nasconde la soddisfazione per un primo semestre 2025 che segna il ritorno alla crescita e, soprattutto, a una marginalità in forte recupero. L’Ebitda normalizzato ha registrato «un incremento molto importante», sottolinea, mentre l’outlook per la seconda parte dell’anno si conferma positivo: «Adesso abbiamo visibilità sul portafoglio ordini e si delinea decisamente un buon anno».

Sit chiude il primo semestre dell’anno con ricavi a 153,7 milioni di euro, in crescita dell’1,9%, l’Ebitda adjusted raggiunge 20,6 milioni con un margine al 13,4%, in crescita del 78,9%, mentre il risultato netto adjusted del periodo sale a 2,2 milioni di euro, contro una perdita di 4,7 milioni registrata nel primo semestre 2024. Il risultato netto non adjusted evidenzia ancora una lieve perdita, pari a 0,7 milioni di euro, ma in deciso miglioramento rispetto ai -6,1 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. L’indebitamento finanziario netto scende a 150,8 milioni, contro i 160,9 milioni del primo semestre 2024.

La ripresa non è figlia di una sola leva. È il risultato, spiega De’ Stefani, di un mix virtuoso tra ottimizzazione industriale, efficienza gestionale e ripartenza della domanda in mercati chiave come il Nord America. «Il fatturato è cresciuto solo dell’1,9% nel semestre, ma la vera notizia è nella qualità della crescita. Siamo tornati a vendere meglio e in modo più efficiente».

L’area più dinamica è stata quella nordamericana, con una crescita di circa il 30% anno su anno. Una performance resa possibile anche dal modello local for local: «Produciamo in Messico per il mercato nordamericano, evitando dazi e garantendo tempi di consegna rapidi» ha spiegato il presidente. I tre comparti in cui Sit è attiva oltreoceano – caldaie, caminetti e scaldabagni ad accumulo – hanno beneficiato della ripresa dei permessi edilizi, favorita dalla discesa dei tassi. «Il caminetto a gas, per uso decorativo, è molto richiesto nelle case nuove. Quando il mercato immobiliare americano si muove, lo sentiamo immediatamente» dice De’ Stefani.

Sul fronte degli scaldabagni e delle caldaie, l’imprenditore segnala un recupero di quote di mercato dopo la flessione del 2024, causata da un eccesso di stock lungo tutta la catena distributiva. Una distorsione, questa, che ha colpito tutto il settore e che, oggi, sembra in fase di assorbimento.

Tra le cause delle difficoltà degli ultimi anni, De’ Stefani individua «l’incertezza normativa e un effetto Superbonus che nel 2021-2022 ha drogato il mercato italiano, sottraendo domanda al ciclo ordinario». Oggi, però, la situazione si è riequilibrata: «Prevediamo un ritorno alla stagionalità storica, con una seconda parte dell’anno più forte della prima».

Sul piano normativo, un passaggio chiave è stato l’adozione della direttiva europea Epbd – Energy Performance of Buildings – che dà certezze sull’evoluzione del quadro regolatorio. In Italia, poi, l’annuncio – arrivato proprio nelle ultime ore – della versione 3.0 del Conto Termico potrebbe dare un’ulteriore spinta: «La misura mira a ridurre il peso dell’investimento iniziale nelle pompe di calore, accelerando la decarbonizzazione del parco edilizio».

Accanto alla dinamica dei mercati, Sit ha lavorato sulla struttura industriale, intervenendo sul footprint produttivo con l’obiettivo di contenere i costi: «Abbiamo chiuso uno stabilimento in Olanda e operato una razionalizzazione sostenibile, con impatti minimi sul territorio e grande attenzione ai collaboratori», precisa De’ Stefani. «Abbiamo sempre messo la persona al centro, anche nei processi di ristrutturazione».

Obiettivo dichiarato: ridurre la posizione finanziaria netta e continuare a rafforzare la redditività. Due direttrici che restano centrali anche per il secondo semestre. Con una visibilità ormai consolidata sul portafoglio ordini, il gruppo prevede una crescita «high single digit» dunque nella parte alta della forchetta, sopra il 5%, per l’intero esercizio.

Un altro asse strategico per la crescita è il comparto metering acqua. Il segmento pesa circa il 15% del fatturato e continua a crescere: «Prevediamo un incremento tra il 15 e il 20%» dice De’ Stefani.

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