Se pedali e non inquini ti pago: ecco le aziende che incentivano “bike to work” e condivisione dell’auto

Incentivi per chi va al lavoro in bicicletta o condividendo l’auto tra colleghi per inquinare meno. Mezzi elettrici messi a disposizione dei lavoratori per lo stesso fine. Da Generali a Electrolux, da OVS a Fantic passando per Breton e Lima Corporate: sono sempre di più le imprese nordestine che premiano il tragitto “green” casa-lavoro.
Quella del “bike to work” è una buona pratica che si sta diffondendo anche grazie a ricompense di tipo economico. Ultima in ordine di tempo la trevigiana Breton Spa: i dipendenti dal 5 settembre otterranno per ogni tratta casa-lavoro certificata in bici, a piedi o in carpooling (massimo due tratte al giorno) 50 centesimi tramite cashback, accumulando crediti che potranno essere usati per l’acquisto di buoni regalo. Saranno in particolare i circa 900 dipendenti del quartier generale di Breton a Castello di Godego e nella sede dell’azienda Lapitec di Vedelago a poter usufruire del servizio.
«Abbiamo scelto come partner Jojob Real Time Carpooling – spiega Giulia Tonietto, responsabile dei progetti formativi rivolti ai dipendenti – I collaboratori potranno scaricare gratuitamente l’app sul telefono, per certificare i percorsi a piedi, in bici o tramite condivisione dell’auto, monitorando il proprio contributo all’ambiente in termini di Co2 non emessa in atmosfera». Jojob è stata scelta anche da un’azienda friulana, la Lima Corporate di San Daniele, per un analogo progetto di car pooling: ogni lavoratore può certificare il tragitto effettuato, ottenendo punti trasformabili in sconti da utilizzare in locali, ristoranti, palestre e bar convenzionati, a livello nazionale e locale. È possibile ottenere, inoltre, buoni carburante.
Electrolux, nel sito di Porcia, ha messo a disposizione dei suoi dipendenti un innovativo servizio di e-bike sharing con l’obiettivo «di favorire forme di mobilità individuale più sostenibili e salutari». Le e-bike sono disponibili in due aree dedicate presso la Portineria Nord e la Portineria Sud dello stabilimento, allestite con smart locker, rastrelliera, accessori e kit di sanificazione, ricarica e sicurezza.

I dipendenti possono prenotare la bicicletta a pedalata assistita attraverso un’applicazione dedicata e gratuita, scegliendo tra quattro soluzioni di noleggio personalizzate, differenziate in termini di durata: One Day (noleggio giornaliero), Home2Work (noleggio per il tragitto da casa a lavoro), Smart Week (noleggio settimanale) e Weekend (noleggio per il fine settimana). «Con questo servizio vogliamo promuovere tra i nostri dipendenti uno stile di vita più sano e sostenibile favorendo l’attività fisica quotidiana e limitando, partendo dal comportamento individuale di ognuno, la nostra impronta ambientale», spiega Marcello Casadei, direttore dello stabilimento che ha inaugurato il servizio di e-bike sharing assieme al management team dello stabilimento. Porcia fa da pilota nell’implementazione di questo servizio che potrebbe essere presto implementato anche negli altri siti del Gruppo.
Anche OVS, come si legge nel suo bilancio di sostenibilità, ha «dato continuità ai servizi della piattaforma di carpooling per ridurre le emissioni di gas serra associate agli spostamenti casa-lavoro. Dal momento che nel corso del 2021, a causa delle restrizioni legate alla pandemia, sono stati limitati i contatti anche tra passeggeri della stessa auto, è stata introdotta e incentivata la certificazione del tragitto casa-lavoro attraverso l’uso di biciclette e monopattini; abbiamo inoltre installato sei colonnine di ricarica per auto elettriche».
Ai dipendenti che arrivano in e-bike al lavoro, Fantic Motor, azienda di Casier produttrice di motocicli e cicli elettrici, riconosce in busta paga 0, 25 euro per chilometro percorso. «Fantic – ha spiegato l’amministratore delegato, Mariano Roman, al lancio dell’iniziativa, «ha deciso di intraprendere la strada della sostenibilità partendo dal suo interno, promuovendo un piano mirato alla mobilità per andare a lavoro. Un progetto – ha aggiunto – che potrà esse replicato anche da altre realtà aziendali che troveranno in Fantic il partner ideale, usufruendo di un sistema rodato». Quasi la metà degli oltre cento dipendenti di Fantic sono residenti in un raggio di meno di 10 chilometri dalla sede dell’azienda: platea ideale per aderire all’iniziativa.

Il Gruppo Generali interviene anche sui viaggi di lavoro del personale, che costituiscono una componente importante dell’impronta ambientale del gruppo tesso. «Stiamo attuando strategie per una gestione sostenibile dei viaggi di lavoro, puntando a contenere le emissioni di gas serra associate – spiegano in Generali – Cerchiamo innanzitutto di ridurre gli spostamenti di lavoro promuovendo il ricorso alla video conferenza e promuovendo smart working e lavoro da remoto. Sono attivi anche sistemi di perizia da remoto per i sinistri, che consentono di ridurre gli spostamenti in auto dei periti. La travel policy privilegia l’uso dei mezzi pubblici al posto dell’auto privata e, tra i mezzi pubblici, promuove quelli a minore impatto sull’ambiente come treni in alternativa agli aerei. La car policy prevede limiti massimi per le emissioni di anidride carbonica delle vetture aziendali. A causa delle restrizioni introdotte a seguito della pandemia Covid-19, gli spostamenti di lavoro si sono fortemente ridotti nel 2021 attestandosi a meno di 83 milioni di km (-66% sul 2019), realizzati prevalentemente in autovetture e poi con treni e aerei».
Una partita, questa, sulla quale anche il sindacato vuole collaborare. Nel 2019 la Cgil di Treviso ha redatto un protocollo a difesa dell’ambiente da inserire nella contrattazione collettiva di secondo livello per le aziende del metalmeccanico. Tra i punti: fabbriche con lampadine al led, pannelli fotovoltaici, piatti e stoviglie in ceramica, mense biologiche e borracce riutilizzabili per gli operai al posto delle bottigliette di plastica. E ancora buste paga elettroniche per non sprecare carta, incentivi a chi arriva al lavoro in bicicletta o con l’autobus, lotta agli sprechi e riduzione del trasporto su gomma. «Le imprese ci tengono a gestire unilateralmente la conversione in chiave verde delle loro produzioni – dice Enrico Botter, segretario Fiom Cgil di Treviso – Diciamo che siamo rimasti inascoltati. Un gran peccato, gestirla in chiave condivisa darebbe sicuramente maggiori risultati».
Oltre alle aziende, anche gli enti pubblici stanno provando a incentivare il “bike to work” (Arpav, per esempio, lo fa), scontrandosi però con qualche intoppo di tipo burocratico e fiscale. A Treviso qualche mese fa è stato varato un progetto che ha coinvolto 18 Comuni della provincia, più una rosa di associazioni di categoria come Ascom, Cna, Confartigianato e Coldiretti, con il supporto della Camera di commercio di Treviso e Belluno. Progetto mai decollato a causa di un problema fiscale: il dubbio, non ancora chiarito, è se il premio-incentivo per il lavoratore che sceglie la bicicletta sia o meno da considerarsi un “fringe benefit”, circostanza che ne determina la tassazione.
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