Scocchia: «Investire è la risposta ai dazi e all’aumento dei costi»
L’ad di Illycaffè fra scenario globale, dati del primo semestre e progetti: «Tra Europa e Usa, due anime dell’Occidente, ci deve essere dialogo»

Una crescita sostenuta su tutti i canali e mercati, l’avvio di una nuova linea produttiva dopo l’estate e l’arrivo a settembre anche in Italia di CoffeeB, le capsule completamente compostabili.
Guarda già all’autunno Cristina Scocchia, ad di Illycaffè, che ha appena mandato in archivio un primo semestre con il segno più: Ebitda a 48 milioni (+4%) e un utile netto di 15 milioni, in crescita del 9% rispetto al 2024.
Come è iniziato questo 2025?
«Abbiamo chiuso un primo semestre molto positivo: cresciamo dell’11% a un ritmo sostenuto e decisamente superiore a quello del mercato. Conquistiamo quote di mercato in tutti i principali Paesi e canali e questa crescita è la prova concreta che la nostra strategia sta funzionando».

Dove avete registrato le migliori performance nei primi sei mesi?
«In Italia, Paese che vale il 31% del business, siamo in forte accelerazione: in un mercato in cui siamo presenti da 90 anni e siamo già molto conosciuti siamo riusciti a crescere ancora del 12%. Gli Stati Uniti stanno crescendo del 21% e l’Europa del 25%. In questo contesto geopolitico vogliamo mantenere un focus sull’Italia e continuare a costruire quote di mercato negli Usa, ma vogliamo anche tornare a investire in Europa che è il nostro porto sicuro. La recente acquisizione del distributore in Svizzera va in questa direzione. I canali crescono tutti: la Gdo del 38% e l’e-commerce del 21%».
Gli Stati Uniti rimangono il vostro secondo mercato. Ora arriveranno i dazi al 15%. Come vede la situazione?
«Sono contenta che si sia trovato un accordo. L’Occidente è fatto di due anime e, al di là delle tensioni commerciali a breve termine, è importante tenere conto dell’alleanza politica, economica e valoriale che lega le due parti dell’Atlantico. Tra Europa e Stati Uniti ci deve essere dialogo».
La tariffa del 15% è gestibile per voi?
«Un aggravio di questa misura non è banale, ma è ovviamente più accettabile e digeribile di quanto sarebbe stato il 30%. Stiamo cercando di ritoccare il meno possibile i prezzi di vendita su quel mercato, ma non saremmo stati in grado di assorbire dazi del 30%. Nel breve termine comprimeremo la marginalità e stiamo valutando la possibilità di produrre negli Usa alcuni prodotti per il mercato americano, ad esempio gli energy drinks a base del nostro caffè. Una possibilità che, come ho detto più volte, nulla toglie all’investimento che portiamo avanti su Trieste».
È confermato per il 2026 il taglio del nastro della nuova tosteria?
«I lavori procedono a ritmo sostenuto: arriverà tra 6 o 9 mesi. Nel frattempo, durante la pausa estiva di agosto, installeremo una nuova linea produttiva per aumentare la produzione sui 250 grammi. Siamo arrivati quasi a saturare i nostri impianti, ormai produciamo anche il sabato e la domenica. Questa crescita di volumi ci ha permesso di assumere direttamente e stabilmente 100 persone negli ultimi sei mesi: abbiamo aumentato del 10% la nostra occupazione a Trieste».
Le recenti assunzioni si devono al calo di dipendenti registrato negli ultimi anni? Dal 2019 al 2023 si contano 141 unità in meno. Si tratta di semplice ricambio?
«La riduzione portata avanti tra la fine del 2022 e l’inizio del 2024 è dovuta principalmente alla chiusura di alcuni negozi fuori dall’Italia e alla riorganizzazione delle filiali estere in cluster: in passato avevamo presidi per ognuno dei Paesi europei, poi abbiamo deciso di unire Germania e Austria per raggiungere economie di scala che ci consentissero di avere un’organizzazione forte. Lo stesso abbiamo fatto con Francia, Olanda e Belgio. Contestualmente, abbiamo rivisto e ottimizzato i principali processi operativi a livello di gruppo».
Preoccupa ancora il costo del caffè verde?
«Le medie storiche dal 2015 al 2021 davano l’arabica intorno ai 130 centesimi per libbra, oggi è stabilmente sui 300 centesimi: il costo di produzione è ancora tre volte più alto rispetto alla media del periodo. Speriamo che possa diminuire, intanto di positivo c’è l’attitudine con cui vogliamo affrontare il ciclone dazi e anche il costo della materia prima».
Come?
«Investendo. A settembre lanceremo sul mercato italiano CoffeeB, un sistema monodose di “capsule senza capsule” per garantire la massima qualità Illy nel modo più sostenibile possibile. Le coffee ball sono piccole sfere di caffè pressato, rivestite di pellicola protettiva di alginato, certificato 100% compostabile: può andare in un vaso o in giardino e si trasforma in concime senza nessun impatto sull’ambiente. È un’innovazione che abbiamo lanciato nel 2024 in Svizzera, Francia e Germania: volevamo testarla prima di introdurla sul mercato italiano, più esigente a livello di gusto. In questi tre Paesi c’è già un parco macchine dedicato a CoffeeB, i risultati sono stati positivi e siamo quindi pronti a estendere il lancio al nostro Paese. Da settembre sarà disponibile sul nostro e-shop e nei negozi monomarca».
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