Sciopero alla Benetton: il 70% incrocia le braccia
Alta adesione alla protesta indetta dai sindacati contro la solidarietà al 90% per 80 dipendenti. Le sigle chiedono di essere ricevuti dall’azienda in tempi brevi: «Più chiarezza sul piano»

Primo sciopero "interno" alla Benetton da almeno 30 anni, oltre il 70% di adesione nelle due ore di astensione dal lavoro indette ieri da Cgil, Cisl, Uil per il turno mattutino (dalle 10 alle 12). E un sit-in di circa 250 dipendenti - silenzioso ma con cartelli del tipo "Dividere i lavoratori non salva l'azienda" o "United Colors-Noi vediamo solo colori divisi" - davanti ai cancelli dello stabilimento a Castrette di Villorba. Sul piatto la questione dei contratti di solidarietà al 90% dell'orario per 80 lavoratori (la gran parte impiegati) dell'azienda, contratti già scattati la settimana scorsa e previsti in alcuni casi sino a fine anno. Una solidarietà che, di fatto, significa un giorno di lavoro ogni 10.
A latere c'è pure il tema dei circa 120 in somministrazione, con contratto in scadenza nei prossimi mesi: «Qualcuno è già rimasto a casa in ottobre», rivelano i sindacati. Nessun commento da parte dell'azienda, contattata attraverso il referente per la comunicazione. A incrociare le braccia, ieri mattina, sono stati circa 350 dipendenti sui 750 che operano a Castrette. A seguire, altre due ore di sciopero per i turnisti del serale (dalle 20 alle 22) e della notte (oggi dalle 4 alle 6). Ed è una notizia, già di per sé, uno sciopero alla Benetton per ragioni strettamente aziendali: non si verificava da decenni.
«Chiediamo la rotazione dei dipendenti in solidarietà e di abbassarla almeno al 50% dell'orario», attaccano Rudy Roffarè (Femca Cisl Treviso-Belluno) e Massimo Messina (Filctem Cgil Treviso), invocando un incontro con l'azienda. «Ci domandiamo se questi 80 lavoratori possano significare in futuro altrettanti esuberi», incalza Roffarè, «alla Benetton un dimagrimento è stato già fatto, passando in un anno da 1.200 a 750 lavoratori. L'ultimo incontro con l'azienda l'avevamo avuto a luglio, la questione solidarietà pareva chiusa. Siamo preoccupati: non abbiamo chiaro il piano industriale. Anzi, il piano non c'è proprio».
Così i sindacati chiedono di poter essere ricevuti in tempi brevi dai vertici aziendali, non escludendo altre iniziative di protesta. Come evidenzia Francesca Mazzoli (Uiltec Uil Treviso): «Abbiamo chiesto un incontro al più presto. Non siamo contrari di per sé alla solidarietà, ma riteniamo inammissibile che alcuni lavoratori ce l'abbiano al 90% e altri no. E critichiamo il metodo: i lavoratori hanno appreso della solidarietà via mail. Se ci sarà silenzio da parte dell'azienda, ci prepareremo ad altre manifestazioni».
La protesta prende forma a un anno e mezzo dall'avvio del piano di risanamento di Benetton Group disegnato dall'Ad Claudio Sforza. E sui conti dell'azienda il sindacalista Messina fa una previsione, inquadrandola nel contesto internazionale: «L'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2026 non sarà raggiunto, considerando che il prossimo anno si prospettano difficoltà per tutto il settore tessile-abbigliamento. E Benetton parte già in svantaggio».
Fra gli scioperanti, Federico Baesse, 40enne visual (allestimento negozi), in Benetton da 16 anni, non fa giri di parole: «Non c'è rispetto, siamo stati trattati male. L'ho saputo via mail dalla sera alla mattina. Ho famiglia: terribile trovarsi in questa situazione. Mi hanno comunicato la solidarietà due settimane fa, per me al momento è fino a fine ottobre. E il futuro? Non so nulla».
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