Scarpa, i ricavi tengono nel 2023. Non si ferma la passione per l'outdoor
Dopo il forte balzo registrato nel post Covid, l’azienda trevigiana sta riuscendo a confermare i risultati dell’anno passato

Scarpa ha vissuto un 2023 di consolidamento. L'ad Diego Bolzonello nel raccontare i risultati dell'anno durante il Top 500 Treviso ha sottolineato come il 2023 si chiuderà in continuità rispetto alla crescita del post Covid.
Il mondo dell'outdoor ha infatti registrato in questo periodo un'esplosione, dalle camminate in montagna alla corsa, all'arrampicata. Tutti settori in cui l'azienda esprime una leadership storica.
L'anno scorso Scarpa aveva registrato un fatturato pari a 169 milioni di euro, in progresso del 26% rispetto ai 134 milioni del 2021.
Nei giorni passati sono circolate indiscrezioni secondo le quali l'azienda avrebbe l'intenzione di aprire ad un soggetto esterno. Un investitore finanziario che potrebbe entrare nella compagnie azionaria con una quota di minoranza, nell'ordine del 25 per cento. In questo quadro non sarebbe contemplata la Borsa, detto che i mercati finanziari in questo momento storico non sono particolarmente favoriti da nuovi ingressi. Scarpa però non ha commentato le indiscrezioni circolate ed è quindi difficile dire ora se sarà questa la strada scelta per premere sull'acceleratore della crescita.
Scarpa è una grande realtà internazionale, con sedi in Germania, negli Usa e in Cina e stabilimenti in Romania e Serbia, pur mantenendo il 60% della produzione in Italia, nel cuore del distretto calzaturiero veneto. I suoi orizzonti si sono allargati già a partire dalla fine degli anni '60, quando la maggior parte delle vendite si è spostata dal mercato nazionale a quello estero.
Fondata nel 1938 ad Asolo, nel trevigiano, da lord Rupert Edward Cecil Guinness, uomo d'affari e membro della nota famiglia di produttori di birra. Asolo era da tempo tradizionale luogo di villeggiatura di imprenditori e letterati britannici – da Robert Browning a Ernest Hemingway – e lord Guinness, innamoratosi della "Città dai cento orizzonti", come la definì Carducci, volle dare uno slancio imprenditoriale alla zona. Insieme al sindaco e al parroco, decise di riunire le eccellenze locali nella lavorazione della pelle, fondando la Società Calzaturieri Asolani Riuniti Pedemontana Anonima.
La guerra assestò però un duro colpo al calzaturificio, che durante il conflitto fu riconvertito forzosamente alla produzione bellica. La fabbrica non riuscì mai a riprendersi veramente, e a metà anni '50 si trovò ormai alle soglie della bancarotta. A risollevare le sorti di Scarpa ci pensarono tre fratelli che, in quegli anni, si erano dedicati a loro volta a creare un loro piccolo calzaturificio, Luigi, Francesco e Antonio Parisotto, che nel 1956 decisero di mettere insieme i risparmi personali e quelli di parenti e amici, per arrivare alla cifra necessaria per rilevare il calzaturificio fondato da Guinness.
Cominciò così l'avventura che finì per cambiare per sempre i destini della famiglia Parisotto, tutt'ora proprietaria dell'azienda. I fratelli Sandro e Cristina e il cugino Davide Parisotto hanno rilevato dagli altri eredi, nel 2018, il 100 per cento della società e chiuso la partecipazione nella holding Cornaro. Per portar e a termine l'operazione sono stati sostenuti da un finanziamento di UniCredit che a tutt'oggi detiene ha in pegno una quota del capitale a garanzia del finanziamento elargito per 25 milioni di euro.
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