In Veneto la manifattura accelera la discesa: meno 3,2% nel trimestre
Uno studio di Bankitalia mostra il peso dell’incertezza sull’industria. In calo gli ordini dall’Italia, in moderato aumento quelli dall’estero

L’elevata incertezza, associata a prospettive economiche e tensioni geopolitiche, frena l'economia veneta.
Il Pil regionale ha rallentato a +0,5% nel 2024 (contro il +0,7% nazionale e in frenata dal +0,9% nel 2023).
La sede veneziana di Banca d'Italia ha rilasciato lunedì, durante un convegno, i dati sull’economia regionale e alcune previsioni sull’avvio del 2025.
Lo scorso anno la produzione manifatturiera regionale ha continuato a ridursi (-1,4% rispetto all'anno precedente) in quasi tutti i principali settori.
Nel primo trimestre del 2025 è proseguito il calo (-3,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
Gli ordini interni sono diminuiti lievemente, mentre quelli esteri sono aumentati a ritmo moderato.
«Da aprile si susseguono annunci sui dazi, il cui impatto è difficile da stabilire ora – spiega il direttore della sede di Venezia della Banca d’Italia, Pier Luigi Ruggiero - stiamo assistendo a cambiamenti storici, la regione con un’industria aperta all’estero ne risente».
L’indagine, svolta dalla Banca d’Italia nella primavera dell’anno in corso, conferma la prosecuzione del calo dell’attività industriale.
Il fatturato in termini reali delle imprese industriali regionali con almeno 20 addetti si è ridotto di oltre il 4% (in attenuazione dal meno 7% nel 2023).
La riduzione degli investimenti in termini reali si è accentuata.
Per il 2025 le imprese industriali regionali prevedono una moderata ripresa del fatturato a prezzi costanti.
«L’industria manifatturiera registra un calo esteso a tutti i comparti, in particolare la moda, mentre si salvano alimentari e bevande - spiega Marco Tonello, della Divisione analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia –. Le retribuzioni sono cresciute del 2,9% in Veneto, mentre l’uso dell’Intelligenza Artificiale nel lavoro è ancora basso».
L’inflazione segna prezzi in crescita dell'1,3%, mentre il reddito disponibile delle famiglie sale dell’1,2% rispetto al 2023, con i consumi che segnano +0,5%.
«Si è conclusa la fase di rialzo dei tassi ma i prestiti alle imprese scontano ancora la scarsa domanda per il futuro incerto e la liquidità presente in azienda», aggiunge Mariano Graziano, della Divisione analisi e ricerca economica territoriale.
Crescono invece i prestiti alle famiglie, con mutui su del 5% nel 2024, tendenza proseguita anche nell’anno in corso, l’indebitamento delle famiglie è basso.
Sale sensibilmente l’uso della carta digitale per i pagamenti.
«Il valore aggiunto di alberghi e ristoranti segna in Veneto prestazioni buone rispetto alla media italiana – spiega Nicola Camatti, docente di Ca’ Foscari) -. Sono 12 le vocazioni turistiche della regione, in grado di intercettare tanti segmenti della domanda.
Per continuare a rimanere leader bisogna progredire nell’innovazione del prodotto turistico, tenendo presente la sostenibilità».
«L'overturism viene subito dove manca una regia – aggiunge Domenico Pellegrino, presidente dell’Associazione italiana distribuzione turistica – e dove manca un sistema di governance adeguato».
La chiusura è stata affidata a Riccardo Cristadoro, Capo del Servizio economia e relazioni internazionali di Banca d’Italia, che ha sottolineato come la situazione economica sia molto difficoltosa dove regna l’incertezza globale, a livelli ben al di sopra di quella causata dal Covid, con aumento dei costi per le imprese. —
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