Roces, dal concordato alla ripartenza. Nel 2025 l’obiettivo è il fatturato a +10%

Lo storico brand dello sportsystem punta sull’internazionalizzazione. L’Ad Prandina: «L’innovazione è un asset ancora fondamentale»

Riccardo Sandre
Pattini della Roces
Pattini della Roces

La trevigiana Roces scommette sulla ricerca e punta, per il 2025, ad una crescita del 10% del fatturato dopo un periodo di crisi. A rimettere sui binari dello sviluppo la storica azienda dello sportsystem di Montebelluna, uno dei marchi storici di riferimento nel mondo occidentale per il pattinaggio in linea e da ghiaccio, è stato VeNetWork, l’acceleratore di business presieduto da Alberto Baban che riunisce circa 80 imprenditori del territorio e che nel 2023 presentava un fatturato aggregato di 241 milioni di euro grazie a oltre una dozzina di partecipazioni in aziende consolidate del territorio.

Tra le operazioni strategiche per la costituzione del cluster VeNeSport, che riunisce attualmente tre aziende del settore della calzatura, quella relativa a Roces definisce bene l’approccio al business della società fondata da Alberto Baban: per due anni e fino al primo gennaio 2024 Roces, un marchio che per oltre 40 anni ha giocato alla pari di Rollerblade, Fila e K2, aveva galleggiato nel limbo del concordato preventivo.

Poi l’acquisizione da parte dei soci di VenetWork e la scelta di rilanciare il marchio attraverso due canali strategici: da una parte la ricerca di nuovi mercati, dall’altra gli investimenti in ricerca e sviluppo. «In VeNeSport Group è in atto un processo di crescita e di allineamento della visione aziendale» spiega il presidente del cluster della calzatura di VeNetWork Flavio Alberti. «Abbiamo acquisito un’azienda storica e, in tempi rapidi, l’abbiamo trasformata in un attore dinamico, capace di generare innovazione e di crescere nel fatturato».

Dal gennaio 2024 Roces investe tra il 3 e il 5% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo grazie ad una struttura dedicata all’interno dell’azienda. Una scelta che ha spinto la società a tornare ai 7 milioni di euro di fatturato già alla fine del 2024 per puntare a crescere di un ulteriore 10% in questo 2025 anche grazie al risultato dei propri sforzi innovativi.

Proprio ora infatti Roces ha lanciato sul mercato la tecnologia R-Evo, che mira a combinare comfort e supporto nei pattini. «Da quando l’azienda ha potuto riprendere a guardare al proprio futuro» ha spiegato l’Ad di Roces Raffaele Prandina «abbiamo deciso di scommettere sulla ricerca. Una scelta che ci permette di proporre ad un mercato di nicchia composto da appassionati, attenti alle novità del settore, soluzioni innovative che non solo spingono i nuovi prodotti ma confermano la nostra vitalità e la capacità di offrire soluzioni competitive a livello globale. Una strategia che crediamo vincente anche in un periodo per nulla scontato come quello che stiamo vivendo».

Le tensioni geopolitiche e quelle commerciali non sono un buon viatico per la crescita tanto più per un settore, quello dello sportsystem e della moda, che già con il post-covid aveva registrato una delle più severe e inedite battute d’arresto della propria storia recente. Una prospettiva sfidante quindi per un’azienda che deve i suoi ricavi per il 90% circa all’estero, tra gli Usa, dove Roces ha una filiale commerciale già da una ventina d’anni, e quell’area europea che, dal 2024 ad oggi, è stata protagonista di una nuova stagione di crescita. «Negli ultimi tre anni tutti i marchi dello sport hanno affrontato il tema dell’over stock post Covid» ha aggiunto Prandina.

«Questo ha permesso di limitare l’impatto dei dazi, perché le aziende avevano ancora prodotti da smaltire negli Stati Uniti. La vera situazione emergerà quando, a breve, finiranno le scorte. Noi stiamo tenendo bene in termini di fatturato e vediamo in positivo la chiusura del 2025 ma, nonostante ciò, si evidenzia ancora prudenza da parte dei buyer. Abbiamo comunque scelto di proporre un’innovazione per la quale abbiamo osservato un forte interesse da parte di buyer e consumatori. Un segnale che l’innovazione è un asset ancora fondamentale per competere a livello globale».

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