Rizzani sistema il debito e trova un partner

ll gruppo fa ricorso alla composizione negoziata della crisi

Allo studio una newco con una società autostradale

Maura Delle Case

La situazione geopolitica internazionale e in particolare i cambiamenti che si sono verificati negli ultimi anni in due mercati di riferimento come Russia e Algeria ha costretto Rizzani de Eccher a un cambio di passo.

Ribilanciato il portafoglio con commesse per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro tra Europa centrale e del Nord, Paesi Baltici e Nord America, che portano il backlog complessivo del gruppo friulano di costruzioni a quota 3,5 miliardi di euro e ne proiettano il fatturato al 2027, come previsto dal piano quinquennale, oltre il miliardo, la società udinese si prepara ora a metter mano al fronte finanziario.

Le azioni in predicato di essere attuate, nel breve termine come riferito nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, sono essenzialmente due: da un lato il riscadenziamento del debito, dall’altro l’alleanza con uno spallato partner industriale.

Per quanto attiene al piano finanziario, Rizzani è indebitata - stando all’ultimo bilancio disponibile - per quasi 200 milioni di euro verso le banche, per altri 165 milioni verso i fornitori e poi ha un bond convertibile con Cassa depositi e prestiti da 30 milioni, legato al programma “Patrimonio rilancio” a supporto del tessuto imprenditoriale nel post pandemia.

Una parte del debito verso le banche, che è l’elemento chiave (il bond con Cdp è un titolo subordinato), sarà riscadenziato con un nuovo programma di ammortamento, il 20 per cento circa sarà invece rimborsato grazie a risorse fresche. Risorse che arriveranno (anche) mettendo in atto il secondo elemento del progetto di rilancio della società di costruzioni: l’accordo di partnership industriale che come detto sta prendendo corpo per garantire a Rizzani, una volta affrontata la questione dell’indebitamento, di guardare concretamente allo sviluppo.

L’ipotesi attualmente allo studio è quella di dar vita a una joint venture con un importante concessionario autostradale. Due i nomi possibili: Gavio e Autostrade per l’Italia. Con la seconda ipotesi che pare però più probabile della prima. Gavio infatti ha già una sua impresa di costruzioni, Itinera, che per altro ha anche già stretto una partnership con il gruppo Caltagirone e con la friulana Icop andando a costituire il Consorzio Eteria. Resterebbe così Aspi, ma conferme al momento non ce ne sono.

L’accordo dovrebbe in ogni caso consentire al gruppo autostradale, che sarà titolare della maggioranza della joint venture, di far fronte “in casa“ agli interventi necessari sulla rete in gestione, con Rizzani de Eccher a garantire le competenze per il tramite di due sue controllate - la Deal di Udine e la Tensacciai di Milano (leader mondiale nel campo delle attrezzature specializzate per la costruzione di ponti e viadotti e servizi ingegneristici) - che confluirebbero nel veicolo.

Quali i vantaggio per il gruppo friulano? Nell’immediato utilizzare l’incasso assicurato dall’operazione per ridurre il debito, in prospettiva beneficiare, anche se solo in parte, dei risultati realizzati dalle due controllate. Fa da cappello al progetto la procedura della Composizione negoziata della crisi, strumento cui ha deciso di far ricorso il consiglio di amministrazione di Rizzani per agevolare le operazioni.

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