Ricavi a 4 miliardi per il Gruppo Danieli L’acciaio green spinge gli ordini

L’obiettivo - dichiarato - dei 5 miliardi di fatturato al 2025, con il bilancio 2022/23 (l’anno fiscale del gruppo si chiude al 30 giugno) è più vicino. Ricavi infatti già oltre i 4 miliardi, +13% sull’esercizio precedente, per il Gruppo Danieli il cui Cda (guidato dal presidente Gianpietro Benedetti, con i Ceo di Danieli Plant Making Giacomo Mareschi Danieli e Rolando Paolone, il ceo di Abs Stefano Scolari, la presidente onoraria di Abs, Carla de Colle e la presidente di Abs e vicepresidente del Gruppo Camilla Benedetti, Alessandro Brussi, vicepresidente e Cfo del Gruppo, Antonello Mordeglia, presidente di Danieli Automation, Anna Mareschi Danieli, vicepresidente di Abs, ieri ha approvato la proposta di bilancio da sottoporre ai soci nel corso dell’assemblea di ottobre.

La voce ricavi al 30 giugno 2023 segna 4,10 miliardi di euro, erano 3,6 miliardi lo scorso anno, mentre il margine operativo lordo (Ebitda) sale del 18% a 423,9 milioni. Il risultato operativo è di 265,1 milioni, +26%, mentre l’utile netto di gruppo è di 243,6 milioni di euro, +11%. Variazione in aumento anche per il numero dei dipendenti del Gruppo passati da 9 mila 95 dello scorso anno ai 9 mila 732 al 30 giugno (di cui circa 6 mila in Italia tra diretti e indiretti). In portafoglio Danieli ha ordini per 6,2 miliardi.

Le due divisioni, Plant Making, progettazione e costruzione di impianti siderurgici, e Steel Making, produzione d’acciaio, hanno contribuito al risultato del Gruppo con un Ebitda, rispettivamente, di 253 e 170,9 milioni di euro. Sul fronte ricavi è dominante la divisione Plant Making che risente, in positivo, della crescente domanda dei produttori di acciaio di convertire i propri impianti a produzioni più sostenibili, oltre che efficienti, e a più basse emissioni, obiettivi che le tecnologie innovative di Danieli con il Digimelter, destinato a sostituire la tecnologia esistente dei forni elettrici tradizionali, e il Direct Rolling (con gli impianti Due e MiDa) «hanno un crescente successo sul mercato internazionale», spiegano dal Cda.

I risultati dell’esercizio appena concluso, il portafoglio ordini del gruppo, la domanda di nuovi impianti performanti per la produzione di acciaio e la stessa domanda di acciaio, sono tali da lasciar stimare «risultati positivi per il prossimo esercizio e in miglioramento rispetto al 2022/23». Nel settore Plant Making Danieli prevede un buon risultato operativo il prossimo anno, con volumi maggiori e un migliore margine, e questo in tutte le aree geografiche in cui il Gruppo opera.

«In aggiunta agli investimenti per razionalizzare, innovare e rendere più moderna la produzione di acciaio a livello globale, è partito nel 2023 un nuovo ciclo di investimenti specifico nel settore metallurgico che porterà importanti ordini al Gruppo per attuare in Europa la decarbonizzazione nella produzione di acciaio dei nostri clienti».

Un percorso obbligato per il settore anche alla luce delle barriere doganali che entreranno in vigore a breve. Il settore Steel Making si attende una crescita dei volumi di produzione, ma la variabile energia (con prezzi ancora lontani dai livelli del 2021) potrebbe incidere in negativo.

Oltre a dare il via libera ai conti, il Cda ha anche nominato per cooptazione la dottoressa Lucia Morandini che entra nel board come consigliere indipendente prendendo il posto della professoressa Chiara Mio che aveva rassegnato le dimissioni qualche mese fa per ragioni professionali. Infine l’assemblea di ottobre sarà chiamata anche ad approvare la distribuzione del dividendo (ripartendo circa 23,7 milioni mentre la quota maggiore dell’utile andrà a investimenti) di 0,31 euro per le azioni ordinarie e 0,33 euro per le azioni risparmio. —

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