Recupero di metalli: Abs rileva Rott-Ferr: «Più forti nel campo delle materie prime»

Acquisizione per Abs che rileva Rott-Ferr, gruppo friulano con sede a Udine e unità operativa anche nel pordenonese, attivo nel recupero dei metalli ferrosi. Un’operazione che «rientra in un disegno strategico di Abs - spiega l’amministratore delegato, Stefano Scolari - che intende presidiare anche il settore delle materie prime». E se questa è la prima operazione di questa natura, nelle ambizioni non sarà l’unica.
L’operazione, di cui non è stato reso noto il valore, porta all’interno della divisione steelmaking del Gruppo Danieli, un’azienda che occupa 25 addetti con un fatturato che di 35 milioni di eurp nel 2022, e 100.000 tonnellate raccolte fra il servizio di raccolta in officine meccaniche e servizio di demolizioni. «E il nostro obiettivo - dettaglia Scolari - è quello non solo di garantirne la continuità operativa, ma generare le condizioni affinché Rott-Ferr possa ampliare il proprio bacino di raccolta (che oggi si estende dal Friuli Venezia Giulia a una parte del Veneto e della Slovenia), il fatturato e anche il ventaglio di servizi».
L’acquisizione si inserisce nel piano investimenti da 750 milioni di Abs, «parte dei quali - ricorda l’Ad - viene intercettata dalla strategia sulle materie prime». Abs è un produttore di acciai speciali, e vale la pena ricordare che sono sostanzialmente due le modalità produttive: con l’impiego del carbone o con l’utilizzo del rottame.
Il gruppo friulano è specializzato nella produzione di acciaio da rottame, che è poi la modalità meno impattante, sotto l'aspetto ambientale (con emissioni di CO2 che sono 6/7 volte inferiori rispetto alla produzione a carbone) che sempre più produttori europei, e non, dovranno abbracciare nel percorso di decarbonizzazione, con contestuale abbattimento delle emissioni di CO2, che il “green steel” impone.
Ne consegue «che coloro che oggi ancora producono acciaio utilizzando il carbone, per ragioni di sostenibilità saranno costretti a trasformare le loro produzioni», chiarisce Scolari. Da qui le stime di crescita esponenziale della domanda di rottame per convertire i 90 milioni di tonnellate di acciaio oggi prodotte in Europa utilizzando il carbone (a fronte di 60 milioni di tonnellate da rottame), o facendo ricorso al rottame o attraverso la riduzione diretta. Si è quindi di fatto già aperta «quella che qualcuno ha già definito, la “guerra del rottame”», spiega ancora Scolari, che impone ad un gruppo, come Abs, di presidiare il settore delle materie prime.
Da qui l’acquisizione di Rott-Ferr «che da un lato ci consente di accorciare la filiera e dall’altra ci permette di entrare in questo segmento per noi strategico del mercato, portando al nostro interno le competenze di un’azienda attiva da anni nella raccolta e selezione di rottame ferroso».
E se, come anticipato da Scolari, questa non sarà l’unica acquisizione nel settore, ecco che Abs si accinge a garantirsi, attraverso la raccolta diretta, una parte importante del proprio fabbisogno.
Altri investimenti il Gruppo li destinerà allo sviluppo di impianti per la lavorazione del rottame, «stiamo pianificando quelli destinati ad un molino, oltre a impianti per il taglio, la selezione e la pulizia del rottame», ancora Stefano Scolari, tutte operazioni necessarie a garantire la qualità dell’acciaio in uscita da Cargnacco, destinato in particolare a settori come l’automotive e l’energia, che ne richiedono ben precise caratteristiche.
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