Prosecco, Amorim Cork firma il tappo su misura per le bollicine

Carlos Santos, Ad e direttore generale delll’azienda portoghese con sede in provincia di Treviso: «Strumento necessario per determinare la qualità del vino»

Rossana Bettini

Un tappo di sughero fatto apposta per il Prosecco, prodotto che corona il lavoro dei viticoltori e ne completa l’opera con un dettaglio di importanza capitale. È l’ambizioso progetto - frutto di due anni di lavoro - messo a punto da Amorim Cork, colosso portoghese dei tappi di sughero, leader mondiale del settore, che ha proprio alle pendici delle colline trevigiane la sua importante filiale italiana.

L’idea di una chiusura di bottiglia mirata, nata sviluppando un tappo con modellatura ingegnerizzata, forma ergonomica e funzionale sia in termini estetici, sia di carico d’estrazione, è motivo di orgoglio per Carlos Manuel Veloso dos Santos, amministratore delegato e direttore generale di Amorim Cork Italia, con sede a Scomigo, una manciata di chilometri da Conegliano.

Carlos Manuel Veloso dos Santos, amministratore delegato e direttore generale di Amorim Cork Italia
Carlos Manuel Veloso dos Santos, amministratore delegato e direttore generale di Amorim Cork Italia

 

«Stappare il Prosecco», spiega, «richiede una certa forza: design, materiali e funzionalità del tappo devono concorrere alla fruizione e alla conservazione corretta. Il Prosecco è un vino trasversale e intelligente, è il vino della moda e del cuore, rappresenta l’Italia nel mondo. Per questo abbiamo voluto dedicargli un tappo rivoluzionario, che inglobi tutte le nostre recenti tecnologie. Lo presenteremo ufficialmente a ottobre, subito dopo le vendemmie».

Carlos Santos ha lavorato per dieci anni in Amorim Portogallo, scelto fra trecento candidati dal fondatore Americo Amorim. Grazie a lui, al suo staff e al favorevole habitat industriale e vinicolo in cui l’attività è stata impiantata nel 1998, la fabbrica italiana è cresciuta fino a diventare la più importante fra le 56 del gruppo sparse per il globo.

Per un’azienda leader fortemente radicata nel contesto della produzione del Prosecco e “benedetta” da 800 milioni di bottiglie dello spumeggiante elisir, oggi diventa un must l’impegno verso sistemi avanzati che bilancino sostenibilità, tecnologia ed efficienza.

«Abbiamo dedicato una vita a dare al mondo del vino le soluzioni più adatte in funzione della tipologia di prodotto da sigillare, perché il tappo», ripete Santos, «l’ultimo coadiuvante enologico, pertanto concorre a determinare la qualità del vino». Esigenze sottolineate anche dai produttori di Prosecco, con cui l’azienda si confronta inevitabilmente in maniera pressoché quotidiana. Da qui l’idea del tappo “su misura”.

Carlos Santos è nato a Lisbona, ma ama profondamente l’Italia: «Se chiedi a un portoghese come va, ti risponde “così e così”, mentre un italiano ti risponde sempre “bene”, anche se sta da schifo, perché gli italiani sono ottimisti per natura». Forte di questa visione, nel 1998 Santos approda in Veneto per sviluppare il progetto Amorim Cork in Italia. Partito con 100 milioni di tappi all’anno, oggi ne produce 650 milioni.

Numeri rilevanti e in ulteriore crescita tali da indurre la casa madre a un possente programma di investimenti in Veneto, che ha portato al recente raddoppio dello stabilimento di Scomigo: ormai sono quasi 9.000 metri quadrati ad alto contenuto tecnologico, dove lavorano 70 dipendenti. La capacità industriale del sito coneglianese tocca ormai la quota di 1.200.000 tappi al giorno.

La produzione di Amorim Cork Italia si rivolge in particolare alle piccole e medie aziende. «A livello globale», spiega il manager lusitano, «possiamo contare su 3.700 aziende vitivinicole nostre clienti. Con le 100 più grandi noi facciamo il 70% del nostro fatturato, con i restanti 3.600, il 30%.

In Portogallo lavoriamo su programmazione dei macro-clienti, mentre Scomigo diventa strategico per dare servizio ai piccoli e medi clienti, a cui siamo in grado di rispondere in 24-36 ore, perché oggi le cantine che non riescono a programmare le attività devono poter contare su un polo produttivo e logistico a reazione rapida che supporti comunque e al meglio le loro esigenze».

Carlos Santos è partito con un progetto non solo industriale e commerciale, ma anche emblematico in termini di gestione del capitale umano. «Dal 2022 ci impegniamo per portare i principi della felicità nell'ambiente aziendale e oggi sono orgoglioso di dire che abbiamo formato 12 chief happiness officers, mentre in aprile abbiamo raggiunto la certificazione sulla parità di genere».

Secondo Santos, una delle questioni irrisolte del Veneto è che la maggioranza delle aziende sia ancora di stampo familiare: «Questa situazione rappresenta un problema per la mancanza di un approccio manageriale alla gestione, il che rende difficile trattenere i talenti».

 

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