Piano Ue per l’acciaio, si va verso dazi al 50% e importazioni ridotte
Sovracapacità produttiva, arriva lo scudo comunitario. Federacciai: passo rilevante a tutela della nostra siderurgia

La Commissione Ue sfida la Cina e presenta un piano per difendere l’industria siderurgica dagli effetti della sovracapacità globale. La proposta, presentata ieri dal vicepresidente della Commissione Ue, Stéphane Séjourné, e dal commissario per il Commercio, Maros Sefcovic, prevede di dimezzare le importazioni di acciaio a dazio zero e raddoppiare dal 25% attuale al 50% i dazi per le quote extra.
La sovracapacità siderurgica «è un problema globale che richiede un’azione forte, autentica e congiunta da parte di tutti i partner» osserva Bruxelles, spiegando che il piano risponde all’appello di lavoratori, industria e Stati membri per offrire una protezione stabile al settore, salvaguardare i posti di lavoro e sostenere la transizione verde.
Uno scudo atteso da tempo da un comparto – colpito anche dai dazi al 50% applicati da Donald Trump – travolto dall’acciaio cinese sovvenzionato, che inonda il mercato europeo, mettendo in difficoltà anche l’automotive.
Il pacchetto di tutele s’inserisce anche nel quadro dell'accordo sui dazi raggiunto a fine luglio tra Bruxelles e Washington che prevede un’intesa di principio per dare vita a una “alleanza dei metalli”. Obiettivo: proteggere le rispettive produzioni dalla concorrenza di Pechino.
Una volta ricevuto il mandato dei 27, Bruxelles avvierà colloqui con i partner commerciali – nell’ambito dell’Accordo generale sulle tariffe e sul commercio (Gatt) che consente di modificare dazi e quote d’importazione previa negoziazione – per definire quote specifiche per Paese. Esenti da dazi resteranno Norvegia, Islanda e Liechtenstein, per l’Ucraina si terrà conto della situazione di emergenza. La proposta passerà ora a Parlamento e Consiglio, che dovranno approvarla a maggioranza qualificata.
Positiva l’accoglienza riservata da Federacciai al provvedimento: «È un passo importante verso una politica industriale europea più consapevole e capace di tutelare la competitività e la tenuta produttiva del nostro sistema siderurgico». L’associazione si dice perplessa tuttavia rispetto «al riferimento alla necessità di discutere queste misure con altri Paesi sulla base delle regole del Wto, che significherebbe di fatto dover negoziare con la Cina misure concepite per contrastarne le pratiche commerciali distorsive. È un tema che andrebbe invece affrontato e discusso in sede di Parlamento europeo». Federacciai chiede inoltre che lo scudo commerciale venga «accompagnato da strumenti coerenti e complementari, come l’introduzione del Buy European, che garantisca almeno il 60% di acciaio europeo negli appalti pubblici».
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