La galassia di EssiLux si espande ancora: cliniche, Ai glasses e la scalata a Nikon
Il colosso italo-francese, campione globale di lenti e occhiali, oltre la soglia del 10% nel capitale del gruppo nipponico

EssiLux continua la sua scalata nella catena del valore del mondo dell'innovazione ottica. E così lunedì è arrivata la notizia che il colosso di Agordo, campione globale di lenti e occhiali, è salita oltre la soglia del 10% nel capitale di Nikon Corporation, diventando il principale azionista del gruppo giapponese specializzato in apparecchiature di precisione.
A renderlo noto è stata la stessa Nikon, precisando che il colosso italo-francese dell’eyewear ha ottenuto il via libera delle autorità di Tokyo per aumentare la propria partecipazione fino al 20% con diritto di voto, in conformità con la legge nipponica sui cambi.
Una legge che impone uno scrutinio preventivo alle società straniere che intendano investire più del 10% in aziende operanti in settori considerati strategici per la sicurezza nazionale, come quello delle tecnologie per semiconduttori in cui Nikon è protagonista globale.
L’operazione suggella e rilancia una partnership ventennale tra i due gruppi, nata con la joint venture Nikon–Essilor e oggi proiettata in un contesto di integrazione industriale e tecnologica sempre più profondo.
La mossa di EssilorLuxottica si inserisce in una stagione di intensa attività strategica per il gruppo guidato da Francesco Milleri, che da inizio anno ha moltiplicato le operazioni di rafforzamento e diversificazione lungo l’intera catena del valore dell’occhialeria, dalla diagnostica alla robotica, dal retail al wearable tech.
L’ultima in ordine di tempo è la conclusione dell’acquisizione del gruppo Optegra da MidEuropa, una piattaforma oftalmica integrata che conta oltre 70 ospedali e centri diagnostici in cinque Paesi europei – Regno Unito, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Paesi Bassi – con i marchi Optegra, Lexum e Iris. L’operazione, già autorizzata dalle autorità antitrust, consolida il portafoglio med-tech del gruppo e segna un ulteriore passo nella strategia di offrire soluzioni integrate per la cura della vista, unendo la produzione di lenti e montature con i servizi clinici e diagnostici.
Poco prima della pausa estiva, EssiLux aveva annunciato l’acquisizione di Automation & Robotics, seguita a luglio da quella di PUcore, entrambe funzionali al rafforzamento del modello di integrazione verticale che rappresenta da sempre uno dei pilastri del gruppo. A giugno era arrivata l’espansione nel retail asiatico con l’ingresso nel mercato malese attraverso le insegne A-Look, Seen e OWL.
Nel comparto med-tech, febbraio aveva visto l’ingresso di Cellview, startup specializzata nella diagnostica precoce delle patologie retiniche, preceduta a gennaio dall’acquisizione di Pulse Audition, che utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare l’intelligibilità del parlato.
Sul fronte dell’innovazione di prodotto, il gruppo ha appena rinnovato la partnership con Meta Platforms presentando una nuova generazione di AI Glasses durante l’evento Meta Connect. Tra le novità gli Oakley Meta Vanguard, occhiali pensati per lo sport con lenti Prizm, fotocamera ultra-wide e autonomia fino a 9 ore, e la seconda generazione dei Ray-Ban Meta, dotati di fotocamera 3K ultra-HD e nuove funzioni di intelligenza artificiale come Conversation Focus.
Ma il salto di paradigma arriva con Meta Ray-Ban Display, il primo occhiale al mondo con display integrato nella lente, capace di mostrare messaggi, notifiche e contenuti visivi in tempo reale, controllabili tramite un bracciale neurale basato su elettromiografia.
La rivoluzione passa anche dalle lenti Essilor Stellest, appena autorizzate dall’FDA statunitense per la commercializzazione: efficaci nel rallentare la progressione della miopia infantile, rappresentano una delle più importanti innovazioni cliniche degli ultimi anni.
Dal capitale di Nikon alle cliniche oftalmiche europee, passando per i display intelligenti negli occhiali: EssiLux sembra muoversi con la regia coerente di chi ambisce a dominare l’intero ecosistema della visione, dai pixel dei semiconduttori alla pupilla del consumatore.
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