Per la moda veneta un fatturato di 18 miliardi nel 2022

In Veneto il comparto conta 9.500 unità produttive (17,6% del totale manifatturiero regionale), 7.626 unità della distribuzione, fattura 18 miliardi di euro, assorbe quasi 100 mila addetti

In Veneto il comparto moda conta 9.500 unità produttive (17,6% del totale manifatturiero regionale), 7.626 unità della distribuzione, fattura 18 miliardi di euro, assorbe quasi 100 mila addetti ed esporta per un valore di oltre 9 miliardi di euro, dato, quest’ultimo che rende la moda, dopo la meccanica, il settore trainante le esportazioni della Regione.

Sono i numeri del Tavolo veneto della moda che dimostrano come il settore - a livello nazionale e ancor più a livello veneto – abbia una grande vitalità. Il Tavolo veneto riunisce le categorie datoriali maggiormente rappresentative a livello regionale (Confindustria, Confartigianato, CNA, Confcommercio, Confesercenti) e costituisce un osservatorio privilegiato delle trasformazioni in atto nel settore.

«La moda è uno degli asset strategici della manifattura italiana – commenta Roberto Bottoli, Coordinatore del Tavolo Veneto della Moda - da sempre capace di produrre ricchezza e occupazione e di mettere in campo un patrimonio di competenze artigianali e imprenditoriali uniche nel loro genere: un settore che da solo vale più di 80 miliardi di fatturato e 500.000 addetti (di cui circa 300.000 nelle sole PMI) concentrati nelle 5 regioni trainanti il settore: l’Emilia-Romagna, la Lombardia, le Marche, la Toscana, e il Veneto. Il comparto, insieme alla meccanica e alle produzioni chimiche, è anche il settore che contribuisce in misura più rilevante al surplus della bilancia commerciale regionale».

«Non è mai facile fare un bilancio di fine anno su un settore così diversificato che comprende la filiera del tessile, della confezione, il calzaturiero, l’occhialeria, gli accessori e tutte le attività complementari quali stampa, ricamo, lavaggi e trattamenti speciali e un’infinità di altre varianti. Anche perché - continua Bottoli - bisogna tenere presente che all’interno di queste filiere vi sono posizionamenti molto diversi tra le aziende. Vi sono infatti aziende che producono direttamente per il consumatore finale (B2C), quali ad esempio quelle del distretto dello Sportsystem di Montebelluna e vi sono moltissime aziende che producono per grandi brand. Il Veneto resta ancora un territorio in cui è concentrata la produzione delle maggiori griffe mondiali, per l’enorme qualità della conoscenza tecnica accumulata, per l’elevatissima artigianalità delle lavorazioni».

Tutto questo è dimostrato dai dati del mercato del lavoro: se la disoccupazione nel 2022 scende al 4,1 (contro il 4,7 del 2021) le assunzioni nei settori moda crescono mediamente del 50% rispetto al 2021, recuperando il crollo del biennio 2019-2020. L’altro dato interessante è che il settore garantisce ampia occupazione femminile: le assunzioni di personale femminile superano di oltre il 40% quelle del personale maschile.

Tema forte rimane anche quello della tutela del Made in Italy, per il quale il Tavolo Veneto della Moda ribadisce il proprio appello alle Istituzioni nazionali affinché vengano rafforzati i controlli a livello comunitario delle merci che rientrano in Europa e successivamente in Italia per combattere la contraffazione e garantire così le condizioni per restare competitivi in un mercato globale dove molti attori non rispettano le regole, mettendo su mercati prodotti privi di quegli standard qualitativi che sono richiesti alle imprese italiane.

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