Pedaggi e concessioni l’Ue boccia la riforma slitta il Ddl Concorrenza

In mattinata l’annuncio del ministro Salvini «La misura in Cdm» Poi il dietrofront del governo «Valutazioni in corso»

Giorgio Barbieri

Il modello Pedemontana Veneta, che il governo vorrebbe importare a livello nazionale per la sua riforma delle concessioni autostradali, non piace a Bruxelles tanto che il Consiglio dei ministri ieri ha dovuto improvvisamente rinviare l’approvazione del disegno di legge Concorrenza.

Una misura su cui punta molto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che proprio ieri mattina aveva annunciato sulla sua pagina facebook che il Cdm del pomeriggio si sarebbe occupato «anche di tariffe autostradali per evitare eccessivi aumenti dei pedaggi e garantire che ci siano i lavori di manutenzione».

Così però non è stato, con l’annuncio del rinvio della misura nonostante nei giorni scorsi il ministero avesse gettato acqua sul fuoco parlando «di osservazioni su aspetti di dettaglio», da parte della Commissione europea e che «saranno esaminati e potranno essere accolti senza compromettere l’impianto generale della riforma nel suo complesso». Ma, considerato l’improvviso rinvio, dovevano essere aspetti sostanziali e non certo di dettaglio.

Il testo è infatti da settimane al centro di un serrato confronto con i tecnici di Bruxelles incaricati di verificare il rispetto dei requisiti delle milestone del Pnrr, dato che la riforma delle concessioni autostradali è contenuta nel Piano e l’Italia ha l’obbligo di approvarla.

L’Unione europea vorrebbe infatti impedire i rinnovi automatici e affidare le concessioni a gare secondo i principi del mercato unico europeo. Il ministero spinge invece verso un’altra direzione puntando su una complessiva riforma dei pedaggi.

Oggetto del contendere il meccanismo economico del nuovo assetto delle tariffe che secondo gli osservatori più esperti come il presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti Nicola Zaccheo, di fatto estenderebbe il modello Pedemontana Veneta a tutta la rete autostradale italiana.

Secondo la bozza sul tavolo degli ispettori Pnrr si interverrebbe sui meccanismi di pedaggio statalizzandoli e rendendoli omogenei sul territorio nazionale.

Il meccanismo consisterebbe quindi nel lasciare inalterati i ricavi della manutenzione ordinaria e di intervenire drasticamente su quelli della manutenzione straordinaria che sarebbero riscossi non più dai singoli concessionari ma direttamente dallo Stato che a sua volta li ridistribuirebbe tra le varie infrastrutture sotto forma di canone ai vari gestori.

Un modello che non piace alla Commissione europea preoccupata soprattutto per la tenuta dei conti pubblici. La bozza di riforma interverrebbe poi anche sull’autorità di vigilanza sfilando le competenze all’Autorità di regolazione dei trasporti e assegnandole a una generica “autorità”.

«Abbiamo due altri consigli dei ministri da qui alla pausa e ci sarà sicuramente la possibilità di poter valutare bene questo testo», ha detto il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, «il ddl Concorrenza è un testo importante, che ha bisogno di approfondimenti: non entro nel merito delle singole questioni, ma so che il lavoro che abbiamo sempre fatto è quello del confronto con la commissione Ue, spesso preventivo per evitare di creare situazioni polemiche».

Riproduzione riservata © il Nord Est