Orbital Design Collective a 195 milioni: «Pesano dazi e incertezza»
ll gruppo dell’arredamento controllato da Alpha ha chiuso il 2024 con una contrazione del 9%. L’export vale il 72% dei ricavi. Il presidente: «Quest’anno festeggiamo 20 anni in Giappone»

Secondo anno di contrazione, dopo il boom del 2022, per il gruppo Orbital Design Collective (Calligaris) che ha chiuso il 2024 a quota 195 milioni di ricavi, il 9% in meno rispetto ai 216,5 del 2023, con un Ebitda adjusted di 30,2 milioni (8,5 milioni in meno rispetto al 2023 ) e un utile netto di 4,3 milioni contro i 13 dell’anno precedente, riduzione in larga misura imputabile al calo delle vendite alimentato da un generalizzato abbassamento della propensione ai consumi di beni semi-durevoli da parte dei consumatori privati.
Un andamento, quello del gruppo friulano che dal 2018 è controllato dal fondo Alpha Private Equity, in linea con l’andamento del settore legno arredo che dopo l’importante rimbalzo post Covid, quando il gruppo “capitanato” dalla friulana Calligaris aveva toccato i 250 milioni di fatturato consolidato, ha vissuto un altro anno in ritirata.
«Il declino delle vendite - si legge nella relazione di bilancio a firma dell’amministratore delegato Alexander Peter Zschokke – appare sostanzialmente allineato alla generale flessione del mercato ed ha impattato piuttosto uniformemente brand e aree geografiche. Le note positive sono arrivate soltanto da Est Europa (Ucraina e Russia escluse) e dal canale contract (in particolare nell’area medio-orientale)».
Ribattezzato Orbital Design Collective nel 2023, il gruppo conta su cinque marchi, a partire dal brand storico Calligaris, che genera ancora oggi la quota maggiore dei ricavi, pari al 36% del fatturato consolidato. Gli si affiancano Connubia (21%), Ditre (14%), Luceplan (9%) e l’olandese Fatboy (20%), ultima acquisizione – la prima all’estero – messa a segno nel 2021. La compagnia occupa circa 700 dipendenti – 260 lavorano per la capogruppo a Manzano – e società controllate in Usa, Giappone, Olanda, Francia, Regno Unito, Croazia, Germania e Italia.
Con un approccio omnichannel, è presente in circa 100 Paesi. La sola Calligaris vanta tre flaghip store – a Milano, Parigi e Londra, 600 rivenditori nel mondo e un evoluto ecommerce.
Il presidio massiccio dei mercati oltreconfine è ragione di quasi il 72% dei ricavi totali del gruppo. Una ricca e differenziata geografia in cui Europa la fa da padrona, garantendo alla compagna la metà del suo turnover. Seguono le Americhe, con 21 milioni, l’Asia e l’Oceania con 14 milioni, l’Africa e il Medio Oriente con 5 milioni. Aree che rispetto all’anno precedente, nel 2024 hanno registrato tutte una lieve flessione.
Figlia dell’incertezza globale e dei dazi americani, a sentire il presidente onorario del gruppo, Alessandro Calligaris, che vede gli effetti della situazione geopolitica e macroeconomica internazionale estendersi anche al 2025: «Un anno – fa sapere – che chiuderemo poco sotto i risultati dello scorso. Del resto, non c’è visibilità sul futuro, i mercati sono ancora preda di una forte incertezza, i consumatori prudenti. La verità è che al momento si naviga a vista».
Lettura di fatto condivisa dall’Ad che nella relazione al bilancio non esclude, tutt’altro, che il perdurare dei conflitti e l’impatto dei potenziali maggiori dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti «possano determinare delle pressioni sui margini o impatti sulla propensione al consumo di beni durevoli». Da qui «un approccio estremamente prudente, adottando politiche di forte cautela sulle poste patrimoniali e un attento monitoraggio dei costi operativi. In un’ottica più generale e di medio-lungo periodo – scrive ancora Zschokke –, l’azienda continua in ogni caso ad essere confidente nella crescita del proprio business grazie al proprio posizionamento competitivo, alla forte vocazione all’export e alla solida posizione finanziaria».
«Proseguiremo a sviluppare i mercati» conclude dal canto suo Calligaris, con un’attenzione particolare, quest’anno, al Giappone: «Festeggiamo infatti i 20 anni di presenza nel Paese – ricorda – che ci ha dato grande soddisfazione e che celebreremo, entro fine anno, con una convention a Kobe».
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