Officina Stellare con l’Agenzia Spaziale Indiana, dalle comunicazioni laser ai telescopi
L’India per Officina Stellare non è ancora un mercato sviluppato al pari degli Stati Uniti e dell’Europa, dove la collaborazione con le agenzie spaziali americana (NASA), europea (ESA) e italiana (ASI) è molto stretta

Non solo IRCA - Zoppas Industries. C’è anche Officina Stellare tra le aziende della Rete Innovativa Aerospazio “Air” del Veneto implicate nella conquista indiana dello spazio. A differenza di Zoppas, Officina Stellare non è stata coinvolta nella missione scientifica che ha portato all’allunaggio della navicella Chandrayaan-3 il 23 agosto 2023.
Ma l’azienda vicentina, quotata dal 2019 ad Euronext Growth Milan e specializzata nella progettazione e costruzione di telescopi OGS (Orbital Ground Station) per applicazioni SSA (Space Situational Awareness), di telescopi per l’osservazione ad alta risoluzione della superficie terrestre e di sistemi di comunicazione ottica laser, collabora in maniera consolidata con l’Agenzia Spaziale Indiana ISRO.

«L’orbita terrestre si sta rapidamente riempendo di satelliti artificiali e di cosiddetta “spazzatura spaziale”. Le tecnologie SSA – spiega Gino Bucciol, cofondatore e vice presidente Sviluppo Business di Officina Stellare – sono quindi importanti per il tracciamento continuo del traffico spaziale al fine di poter individuare in anticipo possibili traiettorie di collisione tra oggetti fuori controllo, e interessano sempre più anche agli indiani via via che aumenta la loro esigenza di mettere in orbita in sicurezza tanti asset anche molto importanti».
La seconda area tecnologica molto innovativa in cui Officina Spaziale è all’avanguardia, e su cui lavora con l’India da più tempo, è quella delle telecomunicazioni laser. L’azienda di Sarcedo ha fornito a IRSO la prima stazione ottica di terra per la sperimentazione in questo ambito.
«La nuova frontiera – osserva Bucciol – è spostarsi dai tradizionali sistemi di radio frequenza con antenne e parabole verso un metodo basato sulla modulazione di segnali laser, che consente velocità di trasmissione ben più elevate, contenimento dei consumi energetici, maggiore sicurezza in termini di vulnerabilità a intercettazioni e decodificazioni.
In questo ambito Officina Stallare propone all’Agenzia Spaziale Indiana soluzioni particolarmente avanzate per le comunicazioni quantistiche, cioè comunicazioni ottiche crittografate con tecnologie quantistiche». L’India per Officina Stellare non è ancora un mercato sviluppato al pari degli Stati Uniti e dell’Europa, dove la collaborazione con le agenzie spaziali americana (NASA), europea (ESA) e italiana (ASI) è molto stretta.
Negli Usa in particolare, che pesano per il 40% del fatturato, è stata aperta una filiale e l’azienda lavora anche per la difesa con i dispositivi di tracciamento ottico per i poligoni di tiro.

Gli ordini crescono, e agli 80 dipendenti molto qualificati odierni l’azienda avrebbe esigenza di aggiungerne almeno una trentina, soprattutto ingegneri aerospaziali e meccanici e fisici, ricercatissimi in Italia e all’estero. Ma l’India è in ogni caso il mercato più promettente in Asia, dove anche in Corea del Sud e Giappone sono utilizzate le tecnologie progettate e sviluppate in Veneto tra la “space factory” di Sarcedo e le sedi padovane delle controllate ThinkQuantum e Dynamic Optics, le due start-up innovative spin-off dell’Università di Padova e del CNR.
Bucciol apprezza il sistema indiano del Make in India, che nei bandi internazionali per l’industria dello spazio prevede in genere che non più del 20% dei dispositivi sia realizzato nel Subcontinente.
«È un compromesso intelligente, rispetto ad altri paesi ancora più lontani che prevedono quote di produzione in loco più elevate e oggettivamente non attrattive dal punto di vista economico. Per raggiungere più velocemente i suoi obiettivi l’India ha bisogno di interfacciarsi con l’estero perché non dispone di tutte le tecnologie necessarie in ambito spaziale, a patto di poter acquisire know-how dalle commesse. Certo, affrontare i tender indiani è impegnativo perché è un paese con una burocrazia molto complicata – chiosa Bucciol – quindi è importante affidarsi a esperti partner locali per gestire al meglio le pratiche».
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