“Naturalmente da latte friulano”: nasce il Consorzio dei produttori

Sono 17 i soci per un valore della produzione di 38 milioni. A breve l’ingresso nella grande distribuzione italiana

All’inizio erano tredici. In queste ultime settimane il gruppo è salito a quota 17, segno di quale interesse le aziende lattiero-casearie della regione, in particolare del Friuli, stiano investendo il consorzio “Naturalmente, da latte friulano”.

Nato formalmente poco più di un anno e mezzo fa, su sollecitazione della Regione Fvg, ma di fatto pronto a entrare nella sua fase operativa durante l’estate appena iniziata, il consorzio si prepara a sbarcare con la sua gamma di prodotti sui banchi della Grande distribuzione organizzata, lì dove molti dei 17 soci nemmeno avevano mai sognato di potersi affacciare.

Lo faranno invece a breve, grazie alla massa critica rappresentata dal consorzio che dopo una necessaria fase di messa a punto ora è pronto ad avviare la sua attività vera e propria fatta di azioni di promozione marketing ed eventi, di contatti che in breve diventeranno contratti con la Gdo e ancora di investimenti in nuove strutture produttive, oltre agli interventi che le singole aziende stanno attuando singolarmente grazie al sostegno dei fondi pubblici.

La Regione ha infatti messo sul piatto ben 18 milioni di euro per dar gambe all’iniziativa il cui obiettivo è duplice: da un lato mettere in sicurezza un comparto maturo, ma sempre più fragile come quello lattiero-caseario, dall’altro offrirgli gli strumenti per evadere dal suo mercato naturale, da sempre locale, e andare alla “conquista” di nuovi spazi.

«Oggi in Friuli, domani in tutto il Nord Italia, in futuro all’estero». Parola del consulente di “Naturalmente, da latte friulano”, Francesco Ciani, che di pensare in grande non ha mai avuto paura e che stavolta si è trovato a remare al fianco di un gruppo di imprenditori, come il presidente del consorzio Carlo Tosoni, consapevole che per salvare e possibilmente rilanciare un settore come quello lattiero-caseario è necessario un progetto ambizioso, che sappia guardare oltre i tradizionali steccati.

«L’occasione ci è stata data da una delibera della giunta regionale adottata a luglio 2021 che promuove, stabilendo criteri e requisiti, l’ideazione di un’iniziativa di aggregazione economica tra aziende del settore» ricorda Tosoni. Requisito essenziale: il latte utilizzato per la trasformazione dei prodotti lattieri-caseari dev’essere munto almeno al 75% in Fvg.

«Quota che - rivendica l’imprenditore agricolo - noi superiamo abbondantemente attestandoci in media intorno al 92%». Il consorzio attualmente conta su 17 soci, che raccolgono il latte da oltre 200 stalle per un totale di oltre 300mila quintali l’anno, generando un valore in termini di prodotti lattiero caseari trasformati pari a 38 milioni di euro nel 2022. L’iniziativa sostenuta dalla Regione prevede che il 20% di quei prodotti, vale a dire tra i 7 e gli 8 milioni di euro in valore, sia affidato in gestione commerciale al consorzio, «che conta - a dirlo è ancora Ciani - di moltiplicarne 5 volte il valore nell’arco dei prossimi 5 anni».

«L’idea della giunta regionale, che noi abbiamo sposato con slancio - dichiara ancora il presidente - è che questo progetto sia l’unica e irripetibile possibilità per le piccole e micro aziende del settore lattiero caseario di garantirsi un futuro competitivo».

«In Friuli - continua - abbiamo ottimi prodotti, eccellenze come il Montasio, ma anche nicchie come il Formadi Frant, il Frico, il Formaggio Asino, che siamo convinti possano avere importanti chance commerciali, ma che le singole aziende, vuoi per volumi che per ragioni logistiche, non potranno mai riuscire a far uscire stabilmente del proprio circuito. Ecco perché avere oggi una società con spalle forti è la grande occasione che il nostro mondo aspettava».

Non ultimo perché oltre al lavoro commerciale che è da sempre il tallone d’Achille delle produzioni regionali, il consorzio sta facendo anche un lavoro infrastrutturale, dotando la regione di nuovi siti di produzione che fin qui mancavano: un burrificio nell’ex latteria di Godo a Gemona, uno yogurtificio a Pagnacco e infine una struttura di confezionamento e porzionamento del formaggio a Pasiano di Pordenone, che finalmente darà risposta a quella necessità di consumo veloce che sta entrando nelle abitudini dei consumatori.

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