Morellato in crescita nel semestre: «Ora puntiamo sul mercato dei giovani»

Massimo Carraro, presidente del colosso padovano di gioielli e orologi, racconta l’azienda in apertura di Vicenzaoro. «L’oro si conferma un bene rifugio ma i prezzi sono disallineati rispetto ai redditi»

Maria Chiara Pellizzari

«Stiamo affrontando una tempesta perfetta: dazi, guerre in Ucraina e a Gaza, e soprattutto il costo dell’oro ai massimi storici. È un contesto sfidante, ma i dati ci dicono che stiamo performando bene, siamo leggermente sopra i risultati dell’anno scorso».

All’apertura di Vicenzaoro Massimo Carraro, presidente di Morellato Group, primo gruppo italiano di gioielleria e orologeria, con sede nel Padovano e una storia iniziata nel 1930, racconta le prospettive della sua azienda, in un momento in cui le tensioni globali stanno colpendo un settore industriale che, in Italia, genera un fatturato di circa 12,7 miliardi di euro.

Presidente, in quali mercati sta aumentando la richiesta dei vostri gioielli?

«Tra i mercati in cui cresce la domanda c’è l’Italia, che rappresenta il 25% circa del fatturato, insieme al Medio Oriente. Al contrario, la Francia è un mercato in cui stiamo soffrendo un po’, in America pesano i dazi ma non si tratta per noi di un mercato prioritario. Nel complesso registriamo una crescita nell’ultimo semestre, che per noi inizia a marzo».

Qual è la chiave di questo andamento positivo, in un mercato certamente non facile?

«Il nostro modello di filiera integrata ci permette di governare tutte le fasi: acquistiamo la materia prima alla fonte, proseguiamo con ideazione, sviluppo e produzione e arriviamo direttamente al consumatore finale con le nostre gioiellerie. Quest’anno ne abbiamo aperte altre 10 in particolare tra Italia e Austria, arrivando a quota 670 negozi Morellato in tutta Europa, ai quali si aggiungono i circa settemila rivenditori indipendenti nel mondo. Tutto ciò a dimostrazione di quanto il rapporto personale con il cliente continui ad essere strategico, attraverso i punti vendita fisici».

A proposito di canali: quanto conta oggi l’e-commerce per Morellato?

«Vale oltre il 20% dei ricavi, cioè circa 150 milioni. Ma il dato più interessante è che oltre il 60% del fatturato e-commerce è omnicanale. Sappiamo che la maggior parte dei clienti prima di andare in negozio naviga online, si informa. Ma non c’è una contrapposizione tra fisico e digitale, c’è sempre più integrazione. Una parte compra online, ma moltissimi clienti poi ritirano in negozio, anche per usufruire dei servizi dedicati. Per noi le gioiellerie fisiche restano dei punti di riferimento imprescindibili, anche perché ci restituiscono direttamente un feedback sulle richieste dei clienti».

Massimo Carraro
Massimo Carraro

Il prezzo dell’oro ha raggiunto nuovi record. Qual è l’effetto per voi?

«Negli ultimi 18 mesi l’oro è cresciuto del 50% e questo ha portato all’inevitabile aumento dei prezzi. I gioielli in oro, insieme ai diamanti, restano il primo pilastro in termini di fatturato. Questo è un dato interessante, che dimostra il valore di bene rifugio dell’oro. Ma l’aumento del costo della materia prima crea nuove complessità, perché questa crescita non è allineata al reddito disponibile dei cittadini».

Tra i vostri target ci sono i giovani. Come state cercando di intercettare le nuove generazioni?

«È una delle grandi sfide che abbiamo abbracciato per i prossimi anni. Qui a Vicenzaoro presentiamo, ad esempio, la capsule collection ispirata alla serie “Emily in Paris”: gioielli che parlano direttamente ai consumatori più giovani e internazionali (e dal costo accessibile, ndr). Investiamo molto in ricerca, a Milano il nostro hub creativo è sempre in fermento per ideare e sviluppare nuove proposte appetibili per un mercato in continua evoluzione. Nel mondo dell’orologeria con il nostro storico brand Lucien Rochat celebriamo i 100 anni, presentando un’edizione limitata di 1925 esemplari dell’Iconic Automatico. Continuiamo a lavorare fondendo innovazione e tradizione, coltivando i nostri marchi storici come Christ, nato nel 1863, leader di mercato in Germania nella gioielleria e orologeria, che abbiamo acquisito nel 2023».

La sostenibilità resta uno dei cardini del gruppo. Come si traduce nella produzione?

«Da un paio d’anni abbiamo lanciato collezioni Morellato in argento 100% riciclato. È un percorso che ha incontrato molto interesse in Italia e che abbiamo esteso ad altri mercati. Proprio per Christ abbiamo lanciato nuove linee in argento sostenibile riciclato, dimostrando con i fatti che la sostenibilità è per noi una direzione reale. Questo impegno concreto, ci ha fatto guadagnare una legittimazione più forte sullo scenario internazionale. Così in Germania siamo stati riconosciuti come un’azienda che ha sì acquisito una loro eccellenza, ma per apportare nuovo valore. Dal 2022 abbiamo iniziato a pubblicare il primo bilancio di sostenibilità, frutto di un percorso avviato da tempo».

Morellato è anche una realtà importante come datore di lavoro. Come curate il vostro capitale umano?

«Abbiamo circa 4.800 dipendenti nel mondo, 1.500 in Italia. Nel nostro headquarter padovano, a Santa Giustina in Colle, da circa 7 anni abbiamo messo a disposizione dei 300 collaboratori un parco di 10 mila metri quadri. È un’area attrezzata con tavoli, zone relax e tavoli da ping pong. Uno spazio verde condiviso in cui i nostri dipendenti possono pranzare all’aperto e rigenerarsi durante le pause. È l’energia delle persone che lavorano con noi a creare il valore di Morellato. Domenica sera, come da tradizione al termine di questa edizione settembrina di Vicenzaoro, il parco sarà teatro di un evento dedicato invece ai nostri partner negozianti, sarà una preziosa occasione di relazione».

Guardando al futuro, qual è la strategia di Morellato per crescere ancora?

«Il nostro sforzo è concentrato nello sviluppo di tutti i nostri 15 marchi di proprietà, ma anche delle proposte che realizziamo per i marchi in licenza. Per noi le collaborazioni sono importanti. Qui a Vicenzaoro presentiamo gli orologi Sector dedicati agli appassionati di calcio e fan dell’Inter, frutto di una partnership con il club milanese. In questo modo possiamo coprire i desideri di un target di clienti sempre più allargato. Dalla clientela che cerca prodotti classici ed esclusivi per occasioni speciali, a chi ricerca gioielli e accessori da vivere ogni giorno».

Come siete strutturati per raggiungere nuove fette di consumatori?

«Mentre a Santa Giustina c’è l’headquarter dedicato alla parte sales, amministrazione e logistica, a Milano abbiamo i reparti R&D, stile, ma anche comunicazione e marketing, ambiti su cui stiamo puntando molto perché i nuovi attuali e potenziali consumatori navigano online. A ciò si aggiunge la forza comunicativa dei negozi, sia propri che wholesale, che insieme contribuiscono alla nostra forza, perché è con loro che raggiungiamo i consumatori finali. Siamo orgogliosi di essere la prima azienda del settore in Italia, leader in Germania e Austria e secondo gruppo in Francia. Stiamo lavorando per continuare a portare le nostre creazioni nei principali mercati, non solo europei».

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