Molino Moras, la sesta generazione aumenta i ricavi con l’e-commerce
«E ora puntiamo su una farina pensata per i bambini»

Un mestiere antico, tramandato di padre in figlio, fatto di competenze nutrite sul campo che a scuola nessuno insegna. Parliamo del mugnaio, figura chiave dei molini che un tempo costellavano il territorio regionale e che oggi sono invece sempre meno, spazzati via dai grandi player.
Per i piccoli è una battaglia impari, persa in partenza se il metro è quello dei numeri. Se parliamo invece di qualità, la partita allora si riapre, come stanno dimostrando, a Trivignano Udinese, le sorelle Anna e Sara Pantanali - 36 e 35 anni -, sesta generazione di mugnai arrivati in Friuli dal Veneto.
Oggi Molino Moras, azienda che hanno ereditato dalle mani della mamma e prima ancora del nonno, impiega 16 persone tra dipendenti diretti, agenti di commercio e consulenti, macina in media 25 mila quintali di grano tenero all’anno e genera un fatturato di circa 2,5 milioni di euro (nel 2022), in costante crescita nel corso degli ultimi anni (+20% sul 2021). A trainare gli affari sono in particolare le pizzerie di Veneto e Friuli Venezia Giulia.
«Arriviamo con i nostri mezzi fino a Padova - raccontano le sorelle Pantanali - e adesso abbiamo iniziato a spedire anche in giro per l’Italia e qualcosa all’estero».

Un mercato maturo al quale Anna e Sara ne hanno affiancato recentemente un secondo, tanto di nicchia quanto promettente: la farina per bambini. «Dopo studi finanziati con bandi pubblici e condotti con il supporto dell’Istituto superiore di sanità abbiamo lanciato Amor Bimbi, una farina pensata per i più piccoli, priva di pesticidi e glifosato, con meno dell’80% di microtossine rispetto ai limiti di legge, coperta da ben quattro certificati. Dovevamo presentarla al mercato nel 2020, poi il Covid ci ha costrette a rinviare di un anno. Oggi stiamo facendo il possibile per farla conoscere».
Un tempo tutt’altro che perso, visto che durante la pandemia, in modo del tutto inatteso, Anna e Sara hanno visto letteralmente esplodere l’e-commerce che per fortuita coincidenza avevano avviato da poco. «Abbiamo sempre creduto nella vendita diretta - continuano le sorelle Pantanali - ma poi, durante il Covid, con l’Horeca chiusa, abbiamo dovuto reinventarci. L’e-commerce è stato fondamentale. Siamo passati senza soluzione di continuità da 2 a 100 ordini al giorno».

All’attività economica, la famiglia Pantanali affianca un impegno notevole sul fronte della responsabilità sociale d’impresa. Nel 2019 ha redatto il suo primo bilancio di sostenibilità, nel 2022 è divenuta società benefit. Oggi l’obiettivo è continuare a crescere, tenendo ferma la qualità e coinvolgendo sempre più il territorio.
«Compriamo grano in Fvg e in Austria ma vorremmo sempre più rifornirci a livello locale - dicono ancora le sorelle -. Servono però persone che come noi credano nella qualità, nell’artigianalità e nei progetti con vere relazioni».
E servono persone in generale. «Ormai i mugnai non esistono più - concludono Sara e Anna testimoniando l’ennesimo caso di difficoltà nel reperimento del personale -. Dove lo impari ad annusare il grano e a riconoscere se è buono o meno? Noi l’abbiamo imparato dal nonno e siamo pronte a tramandare questa competenza, a condividere la nostra passione, questo mondo antico che è il molino, ma fatichiamo a trovare persone che vogliano imparare».
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