Made in Cimolai Technology gli ascensori in vetro per la piattaforma di osservazione più grande al mondo, il Summit One Vanderbilt di New York
Ascent è il più alto sistema di ascensori a cremagliera al mondo e rappresenta un’attrazione aggiuntiva a quella offerta dall’osservatorio panoramico ospitato dal nuovo grattacielo che svetta a Manhattan

PADOVA. E’ un viaggio riservato a chi ama l’altezza. E l’approdo, dopo il tragitto in uno dei due ascensori, interamente in vetro, che è di per sé un’emozione, è il Summit: la nuova attrazione culturale di New York.
L’One Vanderbilt è il nuovo grattacielo che si eleva accanto al Grand Central Terminal, occupando un intero isolato tra la 42esima e la 43esima Strada e tra Vanderbilt e Madison Avenue, in pieno centro a Manhattan.
E c’è l’eccellenza del Nordest in questo edificio, le cui facciate sono state realizzate da Permasteelisa, mentre gli ascensori – il più alto sistema di ascensori a cremagliera al mondo – sono stati progettati, costruiti e installati, da Cimolai Technology, azienda padovana parte del Gruppo Cimolai.

Parliamo di un edificio di 73 piani, per un’altezza di 397 metri, che salgono a 427 con la guglia, ed è il quarto grattacielo più alto di New York.
In cima c’è Summit, il nuovo osservatorio panoramico.

«Siamo stati impegnati nell’intero processo di realizzazione, dalla progettazione alla produzione, consegna e installazione in loco dei due ascensori interamente in vetro chiamati Ascent, che corrono all’esterno della facciata del One Vanderbilt e si elevano fino a 368 m (1210 piedi) sopra New York – spiegano da Cimolai Technology –. Due ascensori in vetro, completamente trasparenti che sporgono dall’edificio e offrono al pubblico un’esperienza coinvolgente e viste spettacolari su Manhattan, con un panorama unico di edifici rinomati come il Chrysler, l’Empire State e il quartiere Hudson Yards».
«Il progetto ha impiegato anni dall’ideazione, alla progettazione di varie soluzioni tecniche, alla realizzazione, ma questo lavoro e risultato per noi è assolutamente unico», dichiara Enrico Onofri, Project Manager di Cimolai Technology.

L’azienda veneta si è occupata di progettare e realizzare interamente la cabina dei due ascensori, inclusi i meccanismi di movimentazione e tutta la rotaia collegata e integrata con l’edificio, sia dal punto di vista meccanico che architettonico.
«In base alle specifiche del cliente, abbiamo progettato il sistema di ascensori, costruito le cabine, installato ed eseguito la messa in opera finale del lavoro seguendo i requisiti del Department of Building di New York City – spiega ancora Onofri – e sono stati necessari due anni per completare il lavoro tra studi ingegneristici, revisioni con consulenti, le modifiche in corso d’opera, la pandemia da Covid e l’organizzazione in loco con altri contractors».

Alla fine «abbiamo realizzato un’opera architettonica con le prestazioni di una macchina speciale, che solo Cimolai Technology può fare», conclude il Project Manager.
Gli ascensori realizzati da Cimolai Technology sono a pignone e cremagliera e sono stati installati sulla piattaforma di osservazione più grande al mondo, il Summit One Vanderbilt, appunto.

Completamente in acciaio Inox, il più resistente sul mercato, il binario è costruito tenendo conto delle esigenze di personalizzazione, con tolleranze molto ristrette per garantire le elevate prestazioni e i livelli di sicurezza richiesti.

Le vetrate sono in vetro strutturale con uno spessore che arriva a 40 millimetri e dotati di un sistema di riscaldamento invisibile che garantisce una visuale impeccabile tutto l’anno. E si tratta di un sistema all’avanguardia, che rimuove completamente l’effetto condensa sul vetro e assicura la trasparenza delle superfici.
Inoltre, tutto il sistema cabina è stato progettato per garantire il massimo della sicurezza e resistere a venti fortissimi, fino a 160 km/h.

Gli ascensori partono dalla piattaforma di osservazione da un’altezza di 330 metri e salgono fino a raggiungere i 368 metri su quasi 40 metri di binario.
L’abilità di Cimolai Technology è stata anche quella di integrare le unità panoramiche nello spazio limitato disponibile, avendo il minor impatto possibile sulla facciata esistente.
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