Lo smalto eco per i pavimenti dalle pile di litio: l’idea della Spirit di Chiampo

L’interesse suscitato dall’invenzione vicentina è facilmente comprensibile: secondo dati della società multinazionale di ricerca Gartner, solo nell’ultimo trimestre del 2020 sono stati venduti nel mondo 366 milioni di Smartphone. Ciò significa che quasi un uguale numero di telefonini sono stati dismessi dai loro proprietari, con relative tonnellate di batterie al litio destinate a ingombrare cassetti privati e a inquinare discariche pubbliche

Stefano Ferrio

VICENZA. Tempo pochi mesi e potrà risultare quanto mai trendy, sostenibile e virtuoso scegliere per il pavimento del soggiorno piastrelle “rivestite Spirit”. Non solo perché più resistenti all’usura dovuta ai detersivi, ma soprattutto perché quel rivestimento viene prodotto con smalti ottenuti dal riciclo del litio contenuto nelle batterie dei telefoni cellulari. Proprio il famigerato litio indicato fra i maggiori inquinanti del mondo che verrà, e non solo dell’attuale, vista la crescita esponenziale del suo impiego all’interno di miliardi di batterie immesse ogni anno nel mercato, a cominciare da quelli dei telefonini e delle auto elettriche.

In Italia è un vuoto di mercato quello in cui vanno ora a posizionarsi i pigmenti commercializzati dalla Spirit Srl di Chiampo, in provincia di Vicenza, azienda che dà lavoro a una cinquantina di dipendenti avendo alle spalle una trentina di anni di storia nel riciclo dei rifiuti. Qui, fino a pochi mesi fa, dall’interno di quelli elettronici venivano estratte quantità in continuo aumento di batterie al litio, ma anche al “NiMh”, acronimo che individua il nichel-metallo idruro impiegato nelle auto elettriche: tonnellate annue di scorie destinate a essere trasportate in Francia e in Germania, dove esistono imprese specializzate nel riciclo di queste materie prime. Finché, a forza di vedere camion partire, con relative spese, l’ingegnere Angelo Forestan, titolare della Spirit, ha deciso che era ora di dare un taglio a un simile spreco.

Da qui conseguono due mosse operate da Forestan. La prima consiste nel mettersi al lavoro su un brevetto in grado di riabilitare questo metallo alcalino tanto necessario nei comportamenti della nostra vita quotidiana, quanto pernicioso da un punto di vista ambientale.

La seconda punta a trovare un partner in grado di snellire i tempi in cui conseguire tutte le procedure e le certificazioni indispensabili al fine di consegnare alla distribuzione un prodotto così innovativo. La scelta cade in Fòrema, ente di formazione della padovana Assindustria Venetocentro, in attività da quasi quarant’anni. “Ci è sembrata sin dal primo momento un’operazione importante di economia circolare” racconta Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema, che solo nel 2019 ha erogato oltre 58mila ore di formazione rivolte a 1.548 aziende. “Ecco perché – continua Sinigaglia – la nostra divisione Chemicals, diretta da Matteo Checchin, si è prodigata nell’ottimizzare l’iter degli smalti Spirit fino alla certificazione concessa dall’ECHA, l’agenzia europea per le sostanze chimiche”.

L’interesse suscitato dall’invenzione vicentina è facilmente comprensibile: secondo dati della società multinazionale di ricerca Gartner, solo nell’ultimo trimestre del 2020 sono stati venduti nel mondo 366 milioni di Smartphone. Ciò significa che quasi un uguale numero di telefonini sono stati dismessi dai loro proprietari, con relative tonnellate di batterie al litio destinate a ingombrare cassetti privati e a inquinare discariche pubbliche, accompagnate dallo sfruttamento intensivo di Natura e capitale umano in miniere di Paesi come la Repubblica Democratica del Congo. Nel cuore dell’Africa continua infatti a livelli “disumani” l’estrazione del cobalto, minerale indispensabile per il funzionamento di una batteria al litio.

In questo contesto globale, la strada aperta dagli smalti Spirit indica una direzione alternativa che ha subito trovato partner. “In Fòrema abbiamo capito che non sarebbero mancati sbocchi per questo nuovo prodotto – rivela Sinigaglia – e infatti abbiamo ottenuto subito ascolto nell’importante distretto delle ceramiche che gravita attorno a Sassuolo, in Emilia. Qui la domanda di rivestimenti sicuri e sostenibili per le piastrelle cerca sempre soluzioni nuove, e in tal senso la Spirit di Chiampo ha colto nel segno”.

Questo lo dicono anche i numeri, visto che l’azienda vicentina è partita con vendite mensili dei suoi smalti pari a dieci tonnellate, con trend mirato a quota quaranta entro la fine dell’anno.

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