Lo scatto della Rizzani de Eccher: asse con Aspi, intesa con le banche

Ricavi in crescita, che quest’anno dovrebbero attestarsi a 800 milioni di euro (contro i 540 del 2022), e un backlog (vale a dire il totale degli ordini acquisiti e dei cantieri ancora da consegnare) che supera i 4 miliardi. I due dati restituiscono lo scatto della friulana Rizzani de Eccher, spallata società udinese di costruzioni, che vede però il suo sprint frenato da un’esposizione importante, pari a circa 300 milioni di euro, metà nei confronti delle banche, metà dei fornitori.
Una tensione, quella finanziaria, generatasi a seguito di alcune commesse “critiche“ e dall’improvviso azzeramento del mercato russo, che oggi lega le mani a Rizzani de Eccher impedendogli di fatto l’accesso a ulteriori affidamenti da parte degli istituti bancari, essenziali per le imprese di costruzioni ai fini dell’avvio di nuovi cantieri.
Dall’impasse, la compagnia guidata dai fratelli Marco e Claudio de Eccher si prepara a venir fuori accoppiando due operazioni: da un lato riscadenzando il debito verso le banche con un nuovo piano di ammortamento, dall’altro dando vita a una joint venture con un rilevante partner industriale. Si tratta presumibilmente di Autostrade per l’Italia, società partecipata da Cdp e dai due fondi Blackstone e Macquarie, che con Rizzani de Eccher - stando a quanto si è potuto apprendere - starebbe lavorando ormai da più di un anno per costruire una joint venture che consenta alla prima di poter eseguire in house i lavori sulla propria rete, alla seconda di beneficiare di nuove entrate, utili nell’immediato a ridurre il debito.
L’operazione, che dovrebbe andare a dama nel giro di poche settimane, passerebbe dalla costituzione di un consorzio, partecipato al 49% da Rde e al 51% da Amplia Infrastructures (società di Aspi), al quale Autostrade per l’Italia affiderebbe direttamente i cantieri lungo la rete autostradale per un valore di circa 2 miliardi di euro.
Parallelamente sarebbe costituita una newco, destinata ad entrare poi nel consorzio, all’interno della quale confluirebbero la stessa Amplia Infrastructures e due società del gruppo Rizzani De Eccher, la Deal di Udine e la Tensacciai di Milano, leader tecnologiche nell’ingegneria costruttiva hi-tech, nelle attrezzature speciali e nelle componenti meccaniche per le infrastrutture.
Newco che dovrebbe vedere anche l’ingresso nella compagine sociale di Friulia, la Finanziaria della Regione Fvg, insieme a finanziarie istituzionali, portatrici di risorse fresche per 50 milioni di euro.
Mentre lavora alla joint venture, RdE continua a macinare commesse. L’ultima interessa ancora una volta i Paesi baltici che alla società udinese di costruzioni hanno portato in dote nell’arco degli ultimi 5 anni opere per quasi un miliardo.
Dopo la nuova stazione di Riga in Lettonia e il ponte Neris in Lituania (è il più lungo di tutti i Paesi baltici), cantieri in corso che valgono a RdE rispettivamente 160 e 63 milioni di euro, la società friulana si è aggiudicata, in cordata con Eiffage Génie Civil e Budimex, la gara per la costruzione della Main Line-Rail Baltica, la nuova linea ad alta velocità della Lettonia, lunga 250 chilometri, per un valore complessivo di 3,7 miliardi di euro. Si tratta di uno dei più grandi progetti di infrastruttura ferroviaria della regione baltica, che prenderà il via all’inizio del 2024 con un primo lotto di 11,4 chilometri.
Riproduzione riservata © il Nord Est