L'incontro con Enrico Mattei, Gianni Agnelli e Giovanni Paolo I. Il viaggio da Bari a Vicenza per amore di Mariù: chi era Nicola Amenduni

L’imprenditore, mancato il 7 febbraio a 103 anni, artefice dello sviluppo del gruppo Valbruna, aveva raccontato la sua lunga vita in una autobiografia dedicata alla moglie Maria Gresele Amenduni. Una vita fatta di grandi sfide e straordinari traguardi, sullo sfondo l’immenso amore per la famiglia 

Stefano Vietina

“Olio, acciaio e… fantasia - I miei impetuosi cent’anni (o quasi) fra Bari e Vicenza” è il titolo dell’autobiografia di Nicola Amenduni, Presidente delle Acciaierie Valbruna di Vicenza, che il riservatissimo patron decise di pubblicare alla soglia del tuo secolo di vita per la collana “I profili” da Rumor Edizioni.

Nel volume, 416 pagine, arricchito da fotografie e documenti, Nicola Amenduni, vicentino d’adozione, racconta la sua vita: dall’infanzia dorata, in una Bari da cartolina illustrata, ai primi passi nella fonderia paterna; dagli esilaranti espedienti per sopravvivere nel periodo dell’occupazione alleata al florilegio di iniziative ed invenzioni per ripartire, riconquistare il proprio ruolo ed affermarsi.

E a tutto questo percorso fa da sfondo una galleria di personaggi noti o sconosciuti, che l’Autore tratteggia con intatta freschezza. La prima parte del libro raccoglie gli episodi legati all’infanzia, alla giovinezza e agli anni della formazione dell’Autore, “giovane, garbato e bullo”, secondo l’affettuosa definizione della moglie, Maria Gresele Amenduni, cui il libro è dedicato.

E’ proprio a Maria, o “Mariù”, che si deve la decisione di Amenduni di lasciare il sole e il mare di Puglia per le nebbie padane, nel 1957. Quasi una seconda vita, quella narrata nella seconda parte del libro, in cui Amenduni ripercorre le vicende che l’hanno portato ad espandere le proprie attività a Vicenza, dalla fine degli Anni Cinquanta in poi. Espandere, non trasferire: infatti le radici pugliesi non sono mai state sradicate e a buon titolo Nicola Amenduni potrebbe essere definito, in un certo senso, “Eroe dei due mondi” in quanto nord e sud Italia negli anni Cinquanta erano ancora per molti aspetti due mondi distinti.

“Uomo d'altri tempi, certo, ma anche uomo dei nostri tempi, – osserva il giornalista Stefano Vietina nella prefazione - se è vero che ha saputo trovarsi oggi, come in passato, al centro di grandi partite nello scenario economico e finanziario del nostro Paese. Si pensi, per tutte, alla partecipazione al patto di sindacato di Mediobanca, al ruolo di azionista di rilievo nelle Assicurazioni Generali, al peso specifico che rappresenta in Confindustria.

In queste pagine si incontrano personaggi famosi come Enrico Mattei, che Amenduni conosce dapprima quando questi era capo officina della marmeria Fiore di Bari e che poi ritrova nella sede della Snam Progetti, a San Donato Milanese, quando era diventato il grande capo dell'Eni; come il Vescovo di Vittorio Veneto Mons.

Albino Luciani, poi divenuto Papa Giovanni Paolo I; come l'avvocato Gianni Agnelli, dal quale gli giunge una proposta di collaborazione, di quelle che non si possono rifiutare, quando Amenduni va a fargli concorrenza proprio in casa, nel feudo di Torino; o come l'avvocato Michele Sindona il quale, anni prima di diventare banchiere, si presentò a Vicenza al seguito del vicepresidente di una multinazionale americana dell'acciaio che aveva inizialmente manifestato interesse per la Valbruna, e successivamente aveva cambiato programma, ispirato in questo dallo stesso Sindona.”

Ma sono tantissimi i personaggi che popolano questa personale “galleria” e che l’Autore restituisce con freschezza ed ironia, in una serie di episodi a volte spassosi (“Il cognac Cent’anni”, “L’impastatrice capricciosa”) a volte esemplari di una personalità generosa e dominata dalla curiosità per le sfide “impossibili”, come la realizzazione della tecnica per la colata continua dell’acciaio inossidabile, la prima in Europa.

E poi gli aneddoti intorno alla fondazione della Lilt di Vicenza, il centro “Le Piramidi”, il Twist Wagon, l’avventura con l’Ilva di Taranto, la presidenza in Federacciai, i salvataggi di aziende in difficoltà e il gusto di avviare nuove realtà imprenditoriali, le tante “ciambelle che riescono col buco” e qualche “buco nell’acqua”, che Amenduni si diverte allo stesso modo a raccontare.

In ogni pagina si percepisce la tenace determinazione con cui Amenduni persegue i propri obiettivi, con il giusto contrappeso della schietta umanità con la quale si pone nei rapporti interpersonali, a tutti i livelli: dall’ex rapinatore pentito al presidente di una multinazionale.

Il libro viene pubblicato con l’esplicito intento di raccogliere fondi a favore della Fondazione San Bortolo, cui lo stesso Amenduni diede impulso sette anni fa, nata per il miglioramento della qualità dell’assistenza socio-sanitaria erogata dalla Ulss n.6 di Vicenza.

“A chi mi chiede consigli per un buon investimento – spiega Nicola Amenduni – rispondo che uno dei migliori è certamente un libro, perché nulla arricchisce quanto la conoscenza. Questo mio libro però è un dono e non richiede alcun investimento, solo un sostegno, ciascuno secondo le sue possibilità, alla Fondazione San Bortolo Onlus che da anni si impegna per l’Ospedale di Vicenza e i suoi malati. Restituire un sorriso a chi soffre – conclude l’imprenditore – è la migliore impresa.”

L’autobiografia di Nicola Amenduni, che si è avvalso per la stesura della collaborazione di Annalisa De Bernardin, collega giornalista mancata l'anno scorso,fa parte della collana I Profili che Rumor dedica agli imprenditori celebri e alle storie delle loro aziende, protagoniste della effervescente storia imprenditoriale passata e recente del Veneto.

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