Leonardo punta su digitalizzazione spinta e alleanze internazionali

L’amministratore delegato Cingolani: «Il nuovo piano industriale 2024-2028 ha definito la strategia per sbloccare il potenziale di crescita del business»

Maurizio Caiaffa - Inviato a Roma
L'amministratore delegato Roberto Cingolani
L'amministratore delegato Roberto Cingolani

Digitalizzazione spinta, alleanze internazionali, sicurezza cyber, intelligenza artificiale, acquisizione di società innovative. Leonardo scommette su un piano industriale di forte crescita, sospinta dai venti di guerra che spirano sugli scenari internazionali. L'amministratore delegato Roberto Cingolani si dice convinto, in relazione alle prospettive per il gruppo pubblico al 2028, in grado di "sbloccare il potenziale di crescita del business di Leonardo, portando il gruppo a raggiungere una forte crescita nella top line, una redditività a doppia cifra entro il 2026 e raddoppiare il Focf (flusso di cassa operativo) entro la fine del piano".

In termini di cifre, l'ex ministro arrivato al vertice della controllata pubblica nove mesi fa, stima a fine piano di raccogliere 105 miliardi di euro di ordini complessivi, con una crescita media annua del 4%, e ricavi cumulati per 95 miliardi, con un incremento medio annuo del 6%. La redditività, in termini di margine operativo lordo sui ricavi, è prevista in doppia cifra al 10% nel 2026 e all'11,5% nel 2028. In particolare i ricavi a fine piano sono indicati a 21,3 miliardi (16,8 miliardi nel 2024) e l'Ebitda a 2,5 miliardi (1,44 miliardi quest'anno). La strategia finanziaria del gruppo comprende il «pieno impegno nel preservare l'investment grade da parte delle agenzie di credit rating», la volontà di cogliere le opportunità di M&A «in linea con una strategia finanziaria prudente» e raggiungere 5 miliardi di euro di generazione di cassa nei cinque anni del piano. L'allocazione del capitale, si legge in una nota, sarà orientata a ridurre l'indebitamento rimborsando «circa il 50% del debito in scadenza» e «preservando al contempo la liquidità». Previsti investimenti medi annui tra i 750 e gli 850 milioni. Sotto il profilo della remunerazione del capitale, il gruppo punta «a incrementare in maniera sostanziale nell'arco di piano il ritorno per gli azionisti».

Leonardo, afferma il piano diffuso dalla società, «sta perseguendo attività di M&A focalizzate su aree strategiche in crescita (quali Cyber e Spazio), con l'obiettivo di non superare il 15%-20% dei ricavi della divisione di riferimento. Previsti interventi di efficientamento basati sulla razionalizzazione del portafoglio prodotti, l'ottimizzazione dei processi di progettazione e realizzazione, grazie ad un incremento della digitalizzazione e una riduzione dei costi di struttura: i benefici derivanti da queste iniziative porteranno il gruppo a raggiungere 1,8 miliardi di risparmio lordo di gruppo nell'arco del piano, iniziando con 150 milioni nel 2024 e arrivando a 590 milioni annui nel 2028.

Numeri e argomenti che sembrano convincere i mercati. Il titolo di Leonardo non fa prezzo in avvio di Borsa, poi entra negli scambi e balza del 5,6%. Un balzo forse favorito anche dai dati diffusi dal gruppo, che hanno completato il progetto di bilancio i cui numeri erano stati diffusi a fine febbraio. Leonardo archivia il 2023 con un utile netto a 695 milioni, in calo del 25,4% sul 2022, il cui dato rifletteva la plusvalenza realizzata dalle cessioni dei business Global Enterprise Solutions e Advanced Acoustic Concepts di Leonardo DRSI. Il risultato netto ordinario migliora del 6,5% a 742 milioni. Confermati ordini (17,9 miliardi) e ricavi (15,3 miliardi).

I ricavi sono in crescita del 3,9%, grazie anche alla significativa ripresa delle Aerostrutture (+34%) e all’andamento dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza e degli Elicotteri. Alla crescita dei ricavi si affianca una crescita dell’Ebitda del 5,8%. Il cda ha deliberato di proporre all'assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo pari a 0,28 euro a valere sull'utile dell'esercizio 2023, in pagamento dal 26 giugno 2024. La cedola dello scorso anno, a valere sul bilancio 2022, era stata pari a 0,14 euro per azione.

Riproduzione riservata © il Nord Est