L’elettronica della vicentina Eas ricarica i veicoli elettrici in Europa

Nel 2021 l’azienda ha raggiunto i 33 milioni di euro di fatturato, un incremento del 20% sul 2020. «Abbiamo commesse da tanti settori diversi. Nel 2022 supereremo i 40 milioni di fatturato, e siamo coperti con il lavoro sino al 2024» commenta il presidente Giorgio Geronazzo

Federico Piazza

VICENZA. La vicentina Eas Spa cresce sulla strada della mobilità elettrica. L’azienda scledense, tra i principali produttori italiani di sistemi e schede elettroniche di elevata qualità per vari ambiti applicativi, ha incamerato importanti commesse europee per centraline e stazioni di ricarica di veicoli elettrici. Un mercato in cui sono previsti nel prossimo decennio rilevanti investimenti infrastrutturali in tutta Europa, e che sta dando un notevole contributo alla crescita del portafoglio d’ordini di Eas. «Nel comparto mobilità forniamo direttamente anche l’industria automotive, ma adesso stiamo lavorando tantissimo soprattutto nel settore delle infrastrutture di ricarica elettrica nell’UE» conferma Giorgio Geronazzo, fondatore e presidente di Eas.

Quanto questo mercato sia strategico lo dimostra un recente rapporto di Ernst & Young, secondo cui sulle strade d’Europa nel 2035 circoleranno 130 milioni di veicoli elettrici: una crescita marcatissima rispetto agli attuali 5 milioni di auto e veicoli commerciali e pesanti con questo tipo di motorizzazione. Tant’è che nel continente si prevede un aumento del 30% annuo della domanda di elettricità per la ricarica dei mezzi elettrici, pari a un’esigenza aggiuntiva di 200 TWh per fine decennio.

Serviranno pertanto adeguate infrastrutture: almeno 65 milioni per il 2035, di cui l’85% saranno installate nelle case private, e il 15% cioè 9 milioni in aree pubbliche: strade, luoghi di lavoro, hub di ricarica delle flotte elettriche (oggi sono meno di 400.000). Per un investimento previsto di oltre 54 milioni di euro per le stazioni di ricarica pubblica (e 63,2 milioni per i caricabatterie residenziali).

Un business non da poco, su cui Eas si sta orientando. Ma non è l’unico, per un’azienda che da decenni porta avanti una strategia di diversificazione dei mercati. Eas infatti produce su specifiche del cliente anche per i settori dell’elettronica per l’automazione industriale, della potenza (alimentatori UPS e inverter), dei sistemi di saldatura, dei sistemi di sicurezza, delle attrezzature medicali, delle ferrovie. Clienti quindi in vari ambiti soprattutto in Europa: Italia, Francia, Spagna, Austria, Germania, Polonia e altri Paesi del Nord.

Molto positiva la crescita degli ordini dopo il rallentamento del 2020. Nel 2021 raggiunti i 33 milioni di euro di fatturato, un incremento del 20% sul 2020. «Abbiamo commesse da tanti settori diversi. Nel 2022 supereremo i 40 milioni di fatturato, e siamo coperti con il lavoro sino al 2024» commenta Geronazzo. «Ma si potrebbe fare anche di più se non ci fosse il pesante problema dell’approvvigionamento di componentistica elettronica che rallenta la produzione, visto che per ricevere la fornitura di certi articoli si aspetta anche un anno».

Due i siti produttivi: la sede storica direzionale di Schio, dove l’azienda è nata nel 1978, che impiega 160 persone e la sede in Slovacchia attiva da oltre 15 anni, oggi con circa 50 addetti, che serve gli importanti mercati dell’Europa centro-orientale, «con una produzione di schede elettroniche qualitativamente allo stesso livello della produzione italiana, perché vi abbiamo replicato lo stesso metodo di lavoro investendo sullo stesso livello di attrezzature e di formazione del personale, ingegneri slovacchi per la gestione e le attività tecniche e manodopera ampiamente femminile in produzione», sottolinea soddisfatto Geronazzo.

L’esperienza slovacca, rafforzata con l’adesione al Parco industriale di Samorin avviato da Confindustria Vicenza nella prima decade degli anni 2000, è molto positiva per Eas. «La Slovacchia è un Paese in crescita, dove si trova personale con una cultura del lavoro molto buona e una mentalità tedesca: precisi e diligenti. E Samorin vicino a Bratislava è una localizzazione vicina, comoda da raggiungere in un’ora via aereo (voli Venezia-Vienna e Bergamo-Bratislava) e anche via strada con la navetta regolare settimanale che facciamo tra Italia e Slovacchia».

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