Le macchine Valmet da Gorizia alle cartiere di Svezia e Stati Uniti
Il sito isontino è specializzato nel segmento tissue, che oggi supera per ordini carta e cartone. Parte del gruppo finlandese, nel 2025 ha già raggiunto i 7 milioni di euro di vendite dirette

Dalla tintura delle calze per l'esercito alle cappe per asciugare la carta destinata a essere trasformata in fazzoletti, carta da cucina e carta igienica. È la lunga storia dell'azienda goriziana oggi parte del gruppo finlandese Valmet – 5,3 miliardi di fatturato nel 2024, oltre 130 centri di servizio nel mondo e cinque sedi in Italia, tra cui due unità produttive a Lucca e, appunto, a Gorizia.
Il sito isontino nasce nel 1921 da un'intuizione dell’imprenditore svizzero Brunnschweiler: archiviato il business della tintura dei caratteristici fez rossi dopo l’arrivo di Atatürk e chiusa la commessa per le calze dell’esercito con la conclusione della Seconda guerra mondiale, l'ingegnere si butta sui primi esperimenti di aerotermica. Inventando dei sistemi capaci di asciugare rapidamente la carta e di risolvere il problema dell'umidità all’interno delle cartiere. La prima fornitura insieme a Valmet arriva nel 1958 ed è destinata alla cartiera del Timavo. Oggi il getto di calore delle cappe prodotte a Gorizia – circa una decina l’anno – è in grado di raggiungere temperature superiori ai 500 gradi e di viaggiare a una velocità che sfiora i 120-140 metri al secondo.
«Siamo leader in questa tecnologia anche grazie alla presenza a Gorizia di un gruppo di persone dedite alla ricerca e sviluppo, che rendono migliore il prodotto e rispondono alle richieste del mercato anche sul fronte della sostenibilità», spiega il responsabile vendite Paolo Vezil, citando le nuove frontiere dei riscaldatori elettrici o a idrogeno e delle pompe di calore ad alta temperatura. Il sito goriziano è specializzato nei sistemi aerotermici, come cappe di asciugamento e sistemi di rimozione polveri, destinati al segmento tissue. «È una grande soddisfazione per noi: il nostro settoretissue nel 2024 ha portato oltre la metà degli ordini in casa Valmet, superando carta e cartone», sottolinea Vezil.
Oltre a vendere prodotti nuovi, l’azienda goriziana si occupa del monitoraggio delle performance e dei progetti di miglioramento dei sistemi aerotermici ritagliati sulle esigenze dei clienti. Nel suo portafoglio vanta anche soluzioni orientate a una produzione di tissue più sostenibile, ottimizzando tutti i parametri del processo di asciugatura della carta. «Questi prodotti rappresentano una buona fetta del fatturato – spiega il manager – escludendo la fornitura di macchine nuove, nel 2025 a Gorizia abbiamo già raggiunto i 7 milioni di euro di vendite dirette, superando gli ordini dello scorso anno. La stima è di superare i 10 milioni».
Lo stabilimento goriziano si inserisce in un ciclo che consente oggi a Valmet di gestire l’intera produzione della carta, dalla realizzazione degli impasti fino al confezionamento, per garantire massima qualità del prodotto. La corporation è tra i leader di mercato su tutti i settori: cellulosa, energia, tissue, carta e cartone e servizi. Forte è anche la spinta all’innovazione: nell’ultimo anno ha investito 123 milioni in ricerca e sviluppo. Le macchine prodotte a Gorizia raggiungono ogni parte del mondo: mercati emergenti e consolidati, quali Emea, Americhe e Asia-pacifico. «Di recente abbiamo consegnato macchine in Svezia e Stati Uniti», racconta ancora Vezil.
«Nonostante la fluttuazione del mercato dovuta all’andamento dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti, oltre che alle incertezze geopolitiche, il trend è attualmente positivo con buone prospettive per il futuro, considerando gli obiettivi di sostenibilità che l’industria del tissue deve raggiungere». Quasi il 90% degli ordini arriva da nuove installazioni, il 7% da ricostruzioni di parti delle macchine e il 4% daprodotti singoli. «Per noi un parametro importante è quello degli ordini ripetuti: il nostro portafoglio ordini è basato in gran parte sugli acquisti di clienti che sono rimasti soddisfatti delle nostre macchine e, in fase di espansione, hanno deciso di comprarne altre».
Riproduzione riservata © il Nord Est