Le competenze del navale applicate all’industria: l’evoluzione di Fidema
L’azienda di Monfalcone progetta sistemi e impianti complessi e ha investito sulla stampa 3D.

Dal navale al civile, passando per la stampa 3D industriale. La strategia di Fidema Group – azienda di progettazione di sistemi e impianti complessi con base a Monfalcone, quattro filiali (Pavia di Udine, Genova, Ancona e Pozzuoli), 200 dipendenti e 17 milioni e mezzo di fatturato nel 2024 – la sintetizza bene l’amministratore delegato Isidoro Forni: «Il nostro mantra è sfruttare tutte le competenze maturate in diversi ambiti. Siamo specializzati, ma non specialisti», dice.
Fondata come studio di ingegneria navale nel 1996 dallo stesso Forni e da Andrea De Monaco, l’azienda ha mosso i primi passi lavorando per Fincantieri. Dipendenti di un’azienda appaltatrice poi fallita, Forni e De Monaco hanno investito nell’attività la loro liquidazione.
«Siamo partiti con un ufficio di 24 metri quadrati a Ronchi, con i fondi che ci consentivano di lavorare per sei mesi. Il prossimo anno l’azienda festeggerà i 30 anni».
Il navale resta il business principale, ma negli anni Fidema ha ampliato le competenze. Oggi il gruppo conta sei divisioni specializzate: engineering, manufacturing, commissioning, fluid & pneumatic, wemove (dedicata ai progetti complessi, dai teatri a bordo delle navi da crociera ai centri congressi) e 3D printing. L’obiettivo è coprire l’intero percorso di progettazione, dalla fase di studio all’effettiva realizzazione.
«Il navale rappresenta ancora l’80% dell’attività, ma negli ultimi anni abbiamo molto diversificato, proponendo le nostre competenze in materia di avviamento degli impianti anche su ospedali e laboratori farmaceutici e mutuando l’esperienza di ingegneria meccanica sviluppata sul navale anche nel comparto degli yacht e delle imbarcazioni di lusso», spiega l’ad.
Nel settore navale l’azienda si occupa di progettazione e commissioning, con un focus su ingegneria strutturale, funzionale e calcoli di stabilità. Nella nautica di lusso si è specializzata nella produzione di pedane laterali e gru telescopiche e rotanti per gli yacht.
Dal 2017, dopo aver rilevato un’azienda di Finale Emilia, è entrata anche nel settore dei componenti per il campo della pneumatica: valvole, molle a gas e cilindri, rigorosamente in acciaio inox. Tutti prodotti a Monfalcone.
«I grossi nomi fanno arrivare tutto dalla Cina: sui grandi numeri è impossibile competere, ma c’è una nicchia di mercato sull’acciaio inox. Noi sapevamo di avere le competenze per progettare anche questi prodotti e ci siamo buttati», racconta Forni.
L’azienda ha investito prima di altre anche sulla stampa 3D, dotandosi di una macchina da 300 mila euro per riprodurre pezzi non più disponibili sul mercato, creare elementi nuovi e sostituire componenti metallici e plastici ottenuti con tecnologie tradizionali.
«Abbiamo in cantiere un business plan sull’aumento del parco macchine utensili: la tendenza è internalizzare il più possibile le lavorazioni, perciò stiamo incrementando i macchinari a disposizione», anticipa Forni. «La macchina per la stampa 3D ci consente di produrre anche pezzi di ricambio per conto terzi. Infine, stiamo lavorando per ampliare i capannoni e la palazzina uffici, già raddoppiata tre anni fa».
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