«L’Asia nuova sfida per il Prosecco, ma bisogna fare gioco di squadra»

Diva Moretti Polegato, export manager di Villa Sandi e nuova generazione della storica famiglia di vignaioli è intervenuta al Wine Business Forum dell’Expo 2025 a Osaka

Maurizio Cescon
La delegazione italiana al Wine Forum di Osaka: Diva Moretti Polegato è la seconda da destra in piedi
La delegazione italiana al Wine Forum di Osaka: Diva Moretti Polegato è la seconda da destra in piedi

«Il Prosecco è un vino che può imporsi nei mercati asiatici. Ma se vogliamo avere successo è necessario fare gioco di squadra, fare sistema tra aziende, coinvolgere chef e sommelier per il territorio in modo autentico e credibile».

Diva Moretti Polegato, nuova generazione della famiglia proprietaria del brand Villa Sandi, è stata protagonista, giovedì al Wine Business Forum organizzato da Ita (Italian trade agency) nell’ambito di Expo 2025 a Osaka.

L’evento ha rappresentato un momento di confronto concreto tra istituzioni e imprese, volto a definire strategie comuni per rafforzare la presenza del vino italiano nei Paesi dell’Estremo Oriente, dalla Cina al Giappone, dalla Thailandia alla Corea.

«L’Asia non è un unico mercato, ma un universo complesso e affascinante, ricco di culture, cucine e tradizioni diverse - ha aggiunto Moretti Polegato - . Ed è proprio in questa varietà che il Prosecco trova il suo spazio: è un vino versatile, moderno, capace di dialogare con gusti differenti e momenti di consumo diversificati».

«La sua leggerezza, eleganza e capacità di adattarsi lo rendono ideale per un pubblico giovane e cosmopolita – ha spiegato la manager di Villa Sandi – , ma anche per contesti più strutturati. Come nuova generazione sentiamo la responsabilità di portare avanti una storia familiare, ma anche la motivazione e l’entusiasmo di guardare oltre, verso nuove opportunità. Crediamo fortemente che l’Asia possa diventare la prossima grande rotta per il Prosecco. Ma per riuscirci serve una strategia condivisa: lavorare insieme, fare sistema, coinvolgere le figure chiave locali. È una sfida, sì. Ma anche un’occasione straordinaria per far conoscere il nostro vino e i nostri territori».

Al centro dell’approccio di Villa Sandi rimane sempre il forte legame tra vino e territorio.

Il Prosecco, autentico simbolo dello stile di vita italiano che viene prodotto tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, veicola nel mondo valori di convivialità, bellezza e identità, diventando ambasciatore di una cultura che unisce qualità e radici.

Raccontarlo all’estero significa anche valorizzare i luoghi in cui nasce, territori ancora poco conosciuti ma straordinariamente ricchi di fascino, come le colline dell’Unesco o il Carso triestino, dove c’è il paese che porta il nome di Prosecco e che ha dato l’identità a tutta la grande Doc.

Al Wine Business Forum di Osaka ha parlato anche il presidente dell’Ice Matteo Zoppas che ha osservato come il settore del vino «ha raggiunto gli 8,1 miliardi di euro (+5,5% sul 2023) e nel primo bimestre del 2025 l’export vinicolo ha toccato 1,2 miliardi di euro, in crescita del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2024».

E in questo scenario, secondo Zoppas, l’Asia orientale rappresenta un mercato strategico: «Qui l’export vinicolo italiano nel 2024 ha toccato 434 milioni di euro» e «nel 2024 abbiamo esportato in Asia 5,6 miliardi di euro di prodotti agroalimentari», ha concluso il numero uno dell’Ice.

Molti i protagonisti del settore vinicolo italiano, a partire dal presidente di Veronafiere Federico Bricolo. «Dopo la partecipazione all’esposizione universale del 2015 a Milano con il Padiglione del vino, Veronafiere con Vinitaly è di nuovo in prima fila all’Expo in Giappone per rafforzare la presenza del nostro sistema vitivinicolo sui mercati internazionali», ha detto.

Secondo Luigi Scordamaglia, direttore mercati e politiche internazionali di Coldiretti e ad di Filiera Italia, i consumatori giapponesi «sono attenti ed esigenti» ha aggiunto Scordamaglia e il Giappone «è uno dei Paesi al mondo più capaci di comprendere il valore del nostro agroalimentare». —

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