Labomar, addio alla Borsa. «Pronti ad acquisizioni lavori del Campus al via»

Per il fondatore e ad Bertin si tratta dell’inizio «di un nuovo entusiasmante capitolo nella storia di Labomar. La partnership con Charterhouse ci consentirà di perseguire con maggiore velocità e flessibilità la nostra strategia di sviluppo»
Giorgio Barbieri

A quasi tre anni dal debutto la trevigiana Labomar è uscita ieri da Piazza Affari. «Sono molto soddisfatto dell’esperienza vissuta durante il periodo di quotazione e penso lo siano anche gli investitori che hanno creduto fin dall’inizio nel nostro progetto e che hanno avuto un plusvalore di circa il 70%», spiega Walter Bertin, amministratore delegato e fondatore, «ma sono convinto che in un momento storico come quello attuale, contraddistinto dall’esigenza di agire con rapidità e determinazione, per poter cogliere tutte le opportunità di sviluppo che il mercato ci concede, sia necessario condividere con maggiore rapidità, grande flessibilità, ed unione di intenti, le decisioni che continuamente azionisti e amministratori sono chiamati ad assumere».

Labomar, con sede a Istrana, è una delle società leader nella produzione di integratori alimentari, dispositivi medici e cosmetici. Fondata nel 1998 dalla farmacia di Bertin, si è rapidamente sviluppata fino a contare 6 stabilimenti produttivi, oltre 200 clienti e 300 dipendenti. Nell’esercizio 2022 Labomar ha realizzato un fatturato consolidato di 92 milioni di euro e un Ebitda di 17 milioni di euro, confermando un percorso di crescita costante a doppia cifra.

«La partnership con Charterhouse», sottolinea Bertin, «ci consentirà di perseguire con maggiore velocità e flessibilità la nostra strategia di sviluppo data l’ampia esperienza in materia di M&A che ci consentirà di consolidare la nostra presenza nei principali mercati di riferimento. Allo stesso tempo ne sosterrà la crescita organica attraverso un arricchimento dell’offerta ed un allargamento delle quote di mercato dei prodotti attualmente in portafoglio».

Per Bertin si tratta dell’inizio «di un nuovo entusiasmante capitolo nella storia di Labomar. Charterhouse vanta una robusta conoscenza dei mercati da noi presidiati, una solida esperienza nel guidare la crescita organica e nel sostenere le aziende che effettuano acquisizioni mirate. Siamo pronti a lavorare con il team di Charterhouse per capitalizzare le significative opportunità di sviluppo a nostra disposizione».

Per l’azienda di Istrana ora si aprono nuove sfide e nuovi progetti. Su tutti la realizzazione del nuovo centro logistico, che ha recentemente avuto il via libera dalla Regione, e i cui cantieri potrebbero partire già la prossima settimana. Si tratta di un investimento di oltre 13 milioni di euro per la parte logistica e, in futuro, di altri 20 milioni di euro circa per la parte produttiva.

«Ci piacerebbe che questo campus fosse attrattivo anche per chi vive sul territorio», aggiunge Bertin, «l’azienda è in crescita e quindi a caccia di talenti da assumere». Come tutte le grandi aziende anche Labomar si è trovata a dover fare i conti con un contesto macroeconomico difficile tra aumento dell’inflazione, dei costi dell’energia e degli effetti della guerra in Ucraina. «La situazione non è semplice», sottolinea Bertin, «in tanti si sono trovati in situazioni molto complicate rinunciando addirittura a curarsi».

«Siamo lieti di collaborare con Labomar per sostenere la prossima fase di crescita della società», ha detto Antonio Di Lorenzo, partner di Charterhouse, «ha intrapreso un percorso di grande successo fino ad oggi, creando un portafoglio di prodotti forte e diversificato, e costruendo una posizione di leadership nei suoi mercati di riferimento».

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