La Motor Valley avrà la sua città: ecco il progetto di Geza per Silk-Faw
Lo studio di architettura di Pietro Zucchi e Stefano Gri, scelto dal colosso sino-americano dell’automotive per la progettazione del proprio quartier generale di Gavassa

UDINE. Sarà friulana la firma degli headquarters italiani di Silk-Faw, il nuovo colosso sino-americano dell’automotive planato in Italia con un piano da 1,3 miliardi di investimenti e con l’obiettivo di diventare leader mondiale nella produzione di auto elettriche e ibride di altissima gamma, veri e propri bolidi ad alimentazione pulita. La joint venture costituita nel nostro Paese avrà come polo gravitazionale una avveniristica sede che si svilupperà su un’area di 340 mila metri quadri, di cui 100mila edificati, a pochi chilometri da Reggio Emilia.
Tra i sette progetti che hanno partecipato al concorso a invito lanciato da Silk-Faw, è stato scelto quello di Geza, lo studio friulano fondato nel 1999 dagli architetti udinesi Piero Zucchi e Stefano Gri.

A loro il merito di aver interpretato nel modo migliore la filosofia di un piano industriale che vuole sposare la grande tradizione industriale della “Motor Valley” emiliana, innovazione e sostenibilità.
«Una sostenibilità – spiega Piero Zucchi – riferita non soltanto alla dimensione produttiva ed energetica, ma anche al rapporto con il territorio. Ed è qui che entra in gioco la partecipazione di Geza a questo progetto: siamo stati invitati al concorso perché la nostra specializzazione è quella di mettere in relazione industria e territorio».

Lo stretto connubio tra la realtà produttiva e l’ambiente circostante è l’essenza stessa del progetto presentato da Geza, che nella struttura si ispira all’urbanistica delle antiche città romane. Come queste si sviluppavano sull’incrocio tra due assi viari, il cardo e il decumano, gli headquarters di Silk Faw saranno una sorta di città dei motori, con l’incrocio tra due linee ideali: la Blue line, costituita dagli elementi industriali e produttivi, e la Green line, intesa come luogo di integrazione tra fabbrica e territorio. Tra gli elementi caratterizzanti due torri, una su ciascun asse, moltissime aree verdi, una pista di prova, una piazza di accesso come liaison con l’esterno, aree wellness, mense, asili e anche un hotel.
Uscita vincitrice da una gara che vedeva in lizza firme prestigiose come Elastico Farm, Iosa Ghini Associati, Labics, Peluffo & Partners, Piuarch e Cino Zucchi Architects, Geza vede il mega-progetto emiliano come il coronamento di una mission da sempre incentrata sull’edilizia industriale.

Prova ne siano altri importanti realizzazioni come il nuovo stabilimento modello di Furla nel cuore del Chianti, i rinnovati headquarters di aziende come Ilcam, Pratic e Faber in Friuli, firmati anch’essi dallo studio di Zucchi e Gri che ha mantenuto testa e radici a Udine anche dopo aver lasciato la sua sede storica di via Mercatovecchio, in centro, nel Palazzo Rosso di Gino Valle.
Progetti, come tiene a sottolineare Zucchi, «che non sono soltanto l’espressione della creatività di Geza, ma anche della vitalità e del ruolo sociale di un tessuto industriale capace di restituire al territorio ciò che dal territorio ha avuto, sulla scia di quella che dai tempi di Olivetti rappresenta la migliore espressione della classe imprenditoriale italiana».
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