La magia di Gardaland compie mezzo secolo: oggi è un big europeo
L’ad Stefano Cigarini racconta la strategia della prima meta turistica italiana per fatturato. Ogni anno 3 milioni di visitatori, 160 milioni di ricavi e un indotto che tocca gli 800 milioni

Cinquanta anni fa, sulla sponda veronese del lago di Garda, prendeva forma un’utopia da provincia intraprendente: portare un angolo di Disneyland in Veneto. Non fu il frutto di un colosso industriale, ma di una manciata di piccoli imprenditori locali con la testa dura e lo sguardo lungo.

«Gardaland nasce da una grande intuizione imprenditoriale. I fondatori erano piccoli imprenditori del territorio che decisero di creare qualcosa che al tempo esisteva solo negli Stati Uniti con Disneyland. Fu il frutto di una grande visione innovativa. Quei primi nove ettari, che ancora oggi resistono, ospitano il trenino Gardaland Express». Così Stefano Cigarini, ad del parco dal 1° marzo di quest’anno, apre il racconto del primo mezzo secolo di vita del più importante parco divertimenti italiano.
Dalla visione americana alla realtà italiana
È il 19 luglio 1975 quando Livio Furini, imprenditore veronese con l’America negli occhi, decide che il sogno può diventare realtà. Da una visita in California nasce un’idea destinata a superare il Colosseo, i Musei Vaticani e gli scavi di Pompei nella classifica dei luoghi italiani con maggior fatturato turistico.

Oggi Gardaland è la quarta attrazione per numero di visitatori – circa 3 milioni l’anno – e si colloca tra le principali d’Europa. Fa parte di Merlin Entertainments, gigante mondiale dell’intrattenimento che annovera nel suo portafoglio nomi come Madame Tussauds, Legoland e il London Eye.
Il salto di qualità: Gardaland diventa destination resort
La svolta arriva nel 2004. «Anno in cui abbiamo inaugurato il primo hotel: da allora Gardaland non è più solo un luogo dove trascorrere una giornata, ma una vera e propria destinazione turistica».

«Siamo il primo e unico vero destination resort in Italia – spiega Cigarini – Abbiamo costruito intorno al parco un sistema di offerta turistica con il Legoland Water Park e l’Acquario Sea Life. Disponiamo di 3 alberghi con 475 stanze, oltre 1500 posti letto, con ambienti tematici che spaziano dal mondo di Peppa Pig, alle stanze delle principesse, da Atlantide fino alle atmosfere arabe».
Un parco da record
Il soggiorno medio si allunga, le visite giornaliere diventano settimane di vacanza. «In 50 anni abbiamo accolto tra i 100 e i 110 milioni di ospiti. Stiamo crescendo molto anche con i visitatori stranieri, che rappresentano ormai oltre un terzo del totale».
A dare profondità alla strategia è la destagionalizzazione. «Abbiamo un asset fisico importante, con costi fissi. Per questo lavoriamo per allungare la stagione con offerte tematiche come Halloween, con attrazioni, spettacoli e proposte culinarie specifiche. Un’offerta che spinge a tornare più volte all’anno».

L’obiettivo: dodici mesi di apertura
E qui Cigarini si concede una metafora da tifoso: «Se Gardaland fosse una squadra di calcio, avrebbe più abbonati del Milan e dell’Inter messe insieme. Ecco perché vogliamo essere aperti 12 mesi l’anno. Sul lago di Garda ci sono circa 3500 strutture ricettive che aprono e chiudono proprio in base al nostro calendario».

Un motore per l’economia del territorio
L’indotto è imponente. Ogni euro speso nel parco ne genera tre o quattro fuori, con un effetto leva che moltiplica il fatturato da 160 milioni del parco in una ricaduta economica complessiva tra i 600 e gli 800 milioni di euro sul territorio.
Anche il fronte occupazionale è significativo: «Assumiamo tra 1100 e 1200 stagionali ogni anno, oltre a 200 dipendenti fissi. Circa 700 stagionali lavorano fino a 10 mesi, mentre 300-400 coprono l’estate, con apertura estesa dalle 10 alle 23».
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