La lunga contesa per l’eredità Del Vecchio tra crediti sospesi e la battaglia per Generali

Tra i lasciti da assegnare un pacchetto di titoli da 270 milioni di euro per il manager Francesco Milleri

Luigi Dell’olio

A un anno dalla morte di Leonardo Del Vecchio, ci sono alcuni assetti successori non ancora definiti. Vale per le disposizioni testamentarie di Mr Luxottica, ma anche per le strategie degli eredi nelle grandi partite finanziarie giocate dall’imprenditore agordino fino alla sua scomparsa. Partendo da quest’ultimo aspetto, non siamo proprio al ramoscello d’ulivo, ma il clima intorno alla galassia Mediobanca-Generali si va raffreddando dopo le tensioni dei giorni scorsi, quando il via libera dell’Ivass a Delfin per salire oltre il 10% del gruppo assicurativo ha dato forza alle voci di un acuirsi delle tensioni con il management di Piazzetta Cuccia.

Tuttavia, in un’intervista al Corriere della Sera, Leonardo Maria Del Vecchio, azionista di Delfin e quarto figlio del fondatore di Luxottica, nonché l’unico a lavorare nel gruppo dell’occhialeria, ha usato toni morbidi. «Chi ha lavorato con lui sa quello che voleva fare, perché voleva farlo e qual era la sua visione», ha premesso, per poi ricordare che il papà «non ha mai fatto investimenti per ribaltare un’azienda o per mandare a casa qualcuno; li ha fatti per far andare meglio le aziende e valorizzare le persone». Il che fa riflettere alla luce delle forti tensioni tra Leonardo Del Vecchio e il top management di Mediobanca, prima accusato di inefficienza nella gestione della banca d’affari e poi affrontato nell’assemblea di Generali, quando da Piazzetta Cuccia si sono schierati per la lista presentata dal cda uscente, mentre Del Vecchio e Caltagirone hanno tentato – invano – il ribaltone. Sta di fatto che, con il 19, 8% di Mediobanca e il 9, 8% di Generali (ma potenzialmente può arrivare al 20%), gli eredi dell’imprenditore agordino vogliono continuare a dire la loro.

Intanto, a un anno dalla morte del fondatore di Luxottica, la successione è ancora in via di definizione per quel che concerne l’assegnazione ad alcuni eredi di una parte dei beni patrimoniali tracciata nel testamento. Il riferimento è alle proprietà destinate alla moglie, Nicoletta Zampillo, e soprattutto al pacchetto azionario di titoli Essilor Luxottica riservato a Francesco Milleri, il manager scelto da Leonardo Del Vecchio per la guida di Delfin. Quanto all’operatività, Milleri è nel pieno delle sue funzioni (nell’intervista Leonardo Del Vecchio spende parole di grande stima nei suoi confronti), mentre non si è ancora chiarita la sua situazione ereditaria, dato che quattro degli otto eredi dell’imprenditore hanno accettato con beneficio di inventario.

Tra le questioni irrisolte, l’attribuzione proprio al manager di azioni per 270 milioni di euro con il relativo pagamento delle tasse di successione, posto a carico degli eredi. Proprio il ricorso al beneficio di inventario ha chiesto il ricorso degli eredi a un notaio, Mario Notari, per stilare la gerarchia dei creditori. Secondo le dichiarazioni degli interessati, Milleri dovrà versare al Fisco italiano ben 56 milioni proprio per la successione. Più leggero il conto a carico di Romolo Bardin, ad di Delfin: per lui il conto si attesta a 600.000 euro. Dalle carte emergono anche i valori delle due ville ereditate dalla vedova Nicoletta Zampillo: l’immobile di Roma sul Lungo Tevere è valutata 30 milioni e quella in Costa Azzurra, a Beaulieu-sur-Mer, 47 milioni.

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