La friulana Alea firma gli arredi degli igloo davanti al Bosco Verticale
L’azienda di Caneva, specializzata in mobili per l’ufficio, si ritaglia una nuova vetrina a Milano

È made in Fvg l’allestimento dei cinque igloo collocati attorno a Piazza Gae Aulenti, nel cuore pulsante del quartiere milanese dell’innovazione. A firmare gli interni è infatti la pordenonese Alea – storica azienda d’arredo ufficio e contract di Sarone di Caneva – nell’ambito di Porta Nuova, il progetto di valorizzazione dell’omonimo quartiere da parte di Coima, gruppo immobiliare italiano. Un quartiere che ha già potuto apprezzare Alea, avendo l’azienda friulana aperto proprio qui, lo scorso aprile, il suo showroom meneghino.
Gli igloo – tre dei quali destinati a ospitare la clientela del noto locale Pandenus davanti al quale sono collocati (gli atri due si trovano rispettivamente nelle piazze Lina Bo Bardi e Alvar Aalto) – sono una delle proposte del palinsesto natalizio del quaertiere e offrono all’impresa di Caneva una seconda, accattivante vetrina, affacciata a 360 gradi sullo skyline dei grattacieli della città, tra cui l’iconico Bosco Verticale.
«Siamo onorati di presentare la nostra azienda, orgogliosamente pordenonese e società benefit, in un contesto di così grande prestigio, fra innovazione, design e sostenibilità» commentano i titolari di Alea, i fratelli Tiziano (Ceo), Michela (Cfo) e Paolo Carlot (Coo).
Alea nasce nel 1972 per iniziativa di tre soci, tra i quali il padre dei tre attuali titolari, lavorando come terzista per i grandi mobilifici ai quali fornisce in particolare tavoli da soggiorno, destinati in larga parte a clienti esteri. «Siamo stati una delle prime aziende della zona a fare export – ricorda il Ceo –, a metà anni ’70 eravamo già presenti alle prime fiere». Negli anni ’90 la svolta. «Capiamo che la produzione conto terzi non paga più e decidiamo di lanciarci con un marchio nostro nel settore dell’arredamento per ufficio» racconta ancora Carlot. Viene cambiata la ragione sociale, che da Cmc diventa Alea, un omaggio alla celebre frase latina attribuita a Giulio Cesare: Alea iacta est.
«Così abbiamo lanciato la nostra scommessa, all’inizio abbiamo faticato un po’, poi, dal 2000, abbiamo iniziato a pedalare» dichiara Carlot. Anche grazie all’introduzione di una nuova visione degli spazi per ufficio, flessibili, funzionali e stimolanti, arredati con sedie, scrivanie, librerie, ma anche tavolini, divani e sgabelli per offrire spazi più informali di confronto.
L’azienda, che oggi occupa 100 persone a Caneva, ha chiuso i conti 2024 a 24 milioni di ricavi, in crescita sui 22,4 milioni dell’anno precedente e si prepara a mandare in archivio un 2025 con un ulteriore passo avanti, «di qualche punto percentuale» fa sapere il Ceo. Il margine operativo lordo l’anno scorso si è attestato a 1,3 milioni, quasi raddoppiato rispetto ai precedenti 751 mila. Il conto economico ha chiuso con un utile netto di quasi 885 mila euro, più che raddoppiato rispetto al 2023.
Decisivo il contributo delle esportazioni, che pesano per oltre il 70%, con Europa e Africa - Marocco in particolare – a far la parte del leone. Rilevante anche il mercato americano, dove dal 2001 Alea può contare su una società dedicata. L’obiettivo ora è Dubai: «Ci prepariamo ad aprire lì un nuovo showroom» annuncia Carlot.
Tra le evoluzioni recenti, l’introduzione cinque anni fa del marchio m | artedesign, dedicato al mondo contract, che ha affiancato i prodotti per ufficio, ancora ragione dell’80% del giro d’affari, e tre anni fa l’apertura a Sacile di Alea design e build, società che opera come general contractor, offrendo progetti chiavi in mano, come il recente allestimento degli spazi dedicati agli atleti, poi divenuti studentati, per le Olimpiadi di Parigi.
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