La Casa del Prosciutto sfida i rincari energetici sfruttando la geotermia

L’azienda di San Daniele del Friuli ha da tempo interrato la produzione. L’imprenditore Carlo Alberti: «Consumi e costi calano di un buon 30%»

Maura Delle Case

Ottimizzazione degli orari di apertura, domotica e geotermia. È il tris d’assi che si è giocata La Casa del Prosciutto di San Daniele per far fronte al caro energia. Il piccolo prosciuttificio artigianale, l’unico attivo in centro storico, a poche centinaia di metri da piazza Duomo, gestito dalla quarta e quinta generazione della famiglia Alberti, si è giovato della lungimirante scelta compiuta dal proprietario qualche anno fa, quando ristrutturando il prosciuttificio affacciato su via Teobaldo Ciconi, negli anni ’90, ha deciso di interrare la produzione per sfruttare i principi della geotermia: «È l’unico prosciuttificio rimasto in centro storico - rivendica con orgoglio Carlo Alberti - ed è l’unico a poter vantare tre quarti delle fasi di lavorazione integrate nella collina di San Daniele».

La produzione

L’ultimo quarto lo si può apprezzare nei giorni di bel tempo all’ultimo piano dell’edificio, dove si trovano le stagionature e dove le finestre vengono aperte ancora come si faceva una volta, per beneficiare dell’aria della città collinare, uno degli ingredienti - con cosce e sale marino - essenziali alla riuscita del San Daniele Dop. «Aver interrato la produzione ci consente di sfruttare la geotermia del suolo contraendo i consumi energetici di un buon 30%; il resto lo facciamo ottimizzando i consumi energetici dell’osteria, anche grazie ai nuovi sistemi domotici. Da ottobre - fa sapere ancora Alberti - chiudiamo l’osteria alle 15 del pomeriggio, ma teniamo aperto 7 giorni su 7».

La Casa del Prosciutto è una delle tappe “obbligate“ per chi arriva a San Daniele alla scoperta della fettina rosa. Oltre alla sua posizione centrale, l’osteria, che può fregiarsi del titolo di locale storico (è attiva a San Daniele dal 1906), affaccia su una sala tappezzata di prosciutti, una piccola esposizione ricavata in uno dei locali più antichi dell’edificio, sede del “vecchio“ opificio.

Le nuove generazioni

Antico e moderno qui dialogano in modo fluido. Anche grazie all’inserimento delle nuove generazioni, di Marco e Luca, figli classe ’97 e ’99 di Carlo e della moglie Moira. La proprietà e la gestione è interamente nelle mani della famiglia, che si occupa della produzione, della gestione dell’osteria e di recente anche dei social e dell’e-commerce. «Abbiamo aperto la nostra vetrina digitale durante il Covid, per cercare di attenuare le perdite di quel periodo. L’abbiamo poi mantenuta e potenziata a fronte degli ottimi risultati di vendita. Oggi - svela Alberti - ci sta dando buone prospettive per il futuro». E accanto al prosciutto viene proposto anche un “pacchetto esperienziale”. «Ci siamo inventati il voucher Visita & Degustazione, per chi vuol regalare qualcosa di speciale - conclude l’imprenditore -: comprende una visita completa e una degustazione nella nostra storica osteria».

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