Industria, nel 2025 fatturati stabili. Bene meccanica e farmaceutica
Il report sui settori industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia prevede un giro d’affari complessivo pari a 1.143 miliardi, sui livelli del 2024

Nonostante le prospettive di recupero, il 2025 sarà un anno di sostanziale stabilità per l’industria italiana. Il rapporto sull’analisi dei settori industriali, presentato da Intesa Sanpaolo con Prometeia, prevede che il fatturato del manifatturiero si manterrà stabile a prezzi costanti sui livelli del 2024, con un giro d’affari complessivo pari a 1.143 miliardi di euro, e in crescita dell’1,8% a prezzi correnti.
Gli indicatori presi in esame dal report segnalano «condizioni operative ancora deteriorate per l’industria manifatturiera», ma anche «deboli segnali di miglioramento, dalla contrazione meno intensa degli ordini alla risalita delle attese sulla produzione». Performance più brillanti della media si attendono da Farmaceutica (+2,4%), Meccanica (+1,7%) e Largo consumo.
Fondamentale sarà il recupero della domanda europea, che aiuterà a controbilanciare la generale debolezza legata all’incertezza sulle politiche commerciali statunitensi. Fa ben sperare, in particolare, la ripresa della Germania dopo due anni di stallo del ciclo economico. Sono previste in crescita le esportazioni di Alimentari e bevande, Largo consumo, Farmaceutica e Meccanica.
Un contributo decisivo arriverà anche dal mercato interno, grazie a un parziale recupero del potere d’acquisto della famiglie e alla ripartenza degli investimenti sui beni strumentali, spinti dagli incentivi Transizione 5.0 e dalle buone condizioni reddituali delle imprese.
A partire dal 2028, tornerà il traino dell’export: secondo le stime di Intesa Sanpaolo e Prometeia, le esportazioni cresceranno a un tasso medio annuo dell’1,8% (a prezzi costanti) nel quadriennio 2026-29 e il saldo commerciale si assesterà sui 134 miliardi di euro al 2029 (circa 31 miliardi in più rispetto al 2019). Più della metà dell’avanzo commerciale sarà realizzato dalla Meccanica.
«Oltre a beneficiare del recupero della domanda tedesca», il settore potrebbe infatti trovare sostegno «anche nella potenziale ricostituzione della base produttiva americana». Nel mercato statunitense, d’altronde, anche la presenza di produzioni italiane si è rafforzata negli ultimi anni: gli Usa sono in cima alla lista dei Paesi di destinazione delle acquisizioni italiane all’estero sia per numeri sia per valori.
Digitalizzazione, efficientamento energetico e sostenibilità dell’offerta rappresenteranno i maggiori fattori di competitività. Nel quadriennio 2026-2029, i settori più dinamici saranno Largo consumo e Farmaceutica (+2,4%), seguiti da Meccanica (2,1%), Elettronica (1,8%) ed Elettrotecnica (1,5%). Atteso un modesto rimbalzo (1,2%) di autoveicoli e moto.
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