Impianti elettrici per navi, la Nec di Ronchi supera i 980 mila metri di cavo
L’azienda lavora nei cantieri Fincantieri di Monfalcone e Ancona. «Dal 2020 cresciamo del 5% l’anno. Nel 2025 puntiamo a 6 milioni di fatturato»

«Negli ultimi anni, dopo il Covid, è stato un crescendo costante: dal 2020 abbiamo registrato un aumento del 5% l’anno e nel 2025 stimiamo un ulteriore +10%». Mauro Tardivo, fondatore e titolare della società Nec, Naval electrical company s.r.l., sintetizza così l’andamento dell’azienda, attiva nella progettazione, realizzazione e installazione di impianti e quadri elettrici per il settore navale.
Nel 2024 la società ha prodotto ricavi per 5,4 milioni di euro grazie al lavoro di 100 dipendenti. «Quest’anno puntiamo ai 6 milioni di euro e abbiamo in previsione una decina di assunzioni a tempo indeterminato», annuncia Tardivo, imprenditore self made man. Dopo le scuole professionali, ha fatto il servizio militare e poi l’operaio nei cantieri navali.
«Ho iniziato nel 1992 come operaio dipendente in una cooperativa che si chiamava Nausicaa Monfalcone s.c.r.l. In un paio d’anni sono diventato responsabile di cantiere. Poi, su proposta della stessa cooperativa, ho contribuito a fondare una società nel settore degli impianti elettrici navali, la Idrotelimpianti Soc. Coop. a r.l., di cui sono stato socio cooperatore e presidente».
Forte di una solida esperienza sul campo, Tardivo nel 2005 ha fondato la Nec. «Ho investito i miei risparmi e costruito, passo dopo passo, un’azienda che oggi, grazie alla sua capacità di strutturarsi e innovarsi, è in grado di soddisfare le esigenze di sviluppo del mercato delle navi da crociera. Lavoriamo stabilmente nei due cantieri Fincantieri di Monfalcone e Ancona, mentre a Ronchi dei Legionari si trova la sede operativa».
La Nec. lavora direttamente anche per altre società del settore cantieristico, come Videlio-HMS Italy s.r.l. «Ci siamo specializzati sugli impianti elettrici di bordo legati all’entertainment: quadri per casinò, teatri, discoteche. Realizziamo, inoltre, gli impianti di illuminazione di alcune aree pubbliche dove i passeggeri trascorrono la maggior parte delle giornate, come atri, spazi ricreativi, salotti, ristoranti. Garantiamo servizi di assistenza tecnica, ovvero refitting, anche all’estero, quando le società armatrici necessitano di interventi di riparazione o sostituzione».
La società ha realizzato impianti elettrici su oltre 140 navi da crociera, ha installato impianti speciali tecnologici e biomedici in 45 ospedali di bordo per conto della società Johnson Controls S.p.A. Ogni anno realizza oltre 50 mila collegamenti elettrici e annovera all’attivo 980 mila metri di cavo steso. Il contesto industriale di riferimento è dinamico: «Fincantieri ha un portafoglio ordini molto importante. Tutti i bacini sono pieni, si stanno realizzando navi sempre più grandi. È un momento in cui c’è lavoro e noi ci adattiamo a mano a mano che arrivano gli ordini».
Le criticità, semmai, si concentrano sul mercato del lavoro. «Reperire personale non è semplice – ammette Tardivo – con noi lavorano prevalentemente elettricisti e carpentieri formati e capaci di usare strumenti tecnologici. Cerchiamo di puntare anche sui giovani alle prime armi, ai quali insegniamo il mestiere. Qualcuno resiste, qualcuno no. Per chi ha voglia di rimboccarsi le maniche il lavoro non manca», spiega Tardivo.
«In questo momento è più facile trovare lavoratori stranieri anche se le capacità linguistiche non sempre sono adeguate, a questo proposito dobbiamo ringraziare Fincantieri Monfalcone che ha attivato corsi di italiano. Ad Ancona abbiamo tre carpentieri ghanesi, formati nel Paese d’origine dall’Agenzia per il lavoro Umana con la collaborazione di Confindustria Alto Adriatico e dei Salesiani Don Bosco. Si stanno integrando bene».
Anche la struttura aziendale si è rafforzata: «Ogni cantiere ha un suo responsabile, collaboratori per la parte burocratica, responsabili di bordo, magazzinieri e tecnici specializzati. La marginalità non è altissima, ma sostenibile. Ciò che conta è essere strutturati per gestire flussi di lavoro crescenti».
Riproduzione riservata © il Nord Est