Il venture capital al palo: Veneto, investiti 15 milioni

L’analisi di Bain & Company: congiuntura debole e tassi alti sono una zavorra. «Solo l'1% del totale degli investimenti nazionali verso le imprese della regione»
Luigi Dell’olio

Congiuntura debole e tassi alti stanno zavorrando gli investimenti nelle startup italiane, ma il Nord Est sta mostrando una straordinaria capacità di tenuta. Si può sintetizzare così l’analisi condotta da Bain & Company Italia sul venture capital, cioè i fondi che investono nelle imprese più giovani. Dalla ricerca emerge che nel 2023 gli investimenti si sono fermati a 1,1 miliardi di euro, con una contrazione del 20% rispetto all’anno precedente.

Il calo è comunque nettamente inferiore rispetto alla media europea, che ha visto un crollo nell’ordine del 41%. La riduzione del numero di deal è stata la principale causa della flessione, sebbene il valore medio delle operazioni abbia registrato una lieve crescita. Questo sta a indicare che in una stagione di bassa crescita e tassi alti, le strategie dei fondi si sono fatte più selettive. Tecnologia e b2c sono i settori che hanno attratto i maggiori investimenti, mentre l’energia si è distinta per il valore medio per deal, legato alla transizione green.

A livello regionale, la fa da padrona la Lombardia con 722 milioni raccolti dalle startup, con il Piemonte secondo a 131 milioni e il Trentino Alto Adige terzo a 60 milioni. Il Friuli-Venezia Giulia si piazza al sesto posto con 29 milioni raccolti (spalmati su dieci deal) e il Veneto è decimo con 15 milioni (otto operazioni), ma in entrambi i casi si registrano performance in controtendenza rispetto alla media nazionale. «Il Friuli-Venezia Giulia ha registrato una raccolta più che doppia rispetto al 2022, grazie anche alla presenza di operazioni di grossa taglia», racconta Emanuele Veratti, partner e digital practice leader di Bain & Company Italia. A fare la parte del leone è stato un deal di late stage (cioè riguardante aziende già da tempo in rampa di lancio) con Soplaya, marketplace b2b per le forniture della ristorazione che ha raccolto circa 12 milioni di euro, e due round da 6 milioni a testa che hanno coinvolgono Aindo, un'azienda innovativa nel campo dell'intelligenza artificiale, e Picosats, che opera nel settore space-tech. «Nella regione sono attive circa 270 startup e Pmi innovative, circa il 2% del totale italiano, ma vediamo un grande potenziale di sviluppo», aggiunge l’esperto.

Quanto al Veneto, nel 2023 la raccolta di fondi da parte delle startup è rimasta stabile rispetto al 2022. Tra le operazioni più significative, spicca il round early stage (investimento in capitale di rischio effettuato nelle prime fasi di vita di un’impresa) di Newtwen, un’azienda che sviluppa soluzioni digital twin, cioè i gemelli virtuali di macchine “fisiche” con l’obiettivo di testarne potenzialità e limiti. «Anche se il Veneto ospita circa il 6% delle startup e Pmi innovative italiane, solo l'1% del totale degli investimenti nazionali in venture capital è stato destinato a imprese della regione nel corso degli ultimi sette anni e questo suggerisce un buon margine per incentivare e accelerare ulteriormente la raccolta di fondi per le realtà innovative locali», conclude il manager di Bain.

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