Il gruppo del Pinguino rallenta nel secondo trimestre, Fabio De’ Longhi nominato ad

TREVISO. Il Gruppo De’ Longhi rallenta. E intanto Fabio De’ Longhi da settembre sarà di nuovo amministratore delegato nell’attesa che venga individuato il sostituto dell’uscente Massimo Garavaglia.
Ha pesato, si legge nella nota, non solo la guerra in Ucraina ma anche l’inflazione “che ha eroso il potere d’acquisto dei consumatori, come mai avvenuto negli ultimi vent’anni”. Nel primo semestre i ricavi vanno a 1,44 miliardi di euro in calo del 2,9 per cento a cambi costanti (+0,9% considerando l’effetto cambio), l’adjusted Ebitda va a 149,1 milioni, (in flessione dal 17,6% del 2021); mentre l’utile di gruppo scivola del 58% a 71,7 milioni (dai 171,9 milioni nel semestre 2021). Il primo semestre del 2022 si è concluso con un fatturato sostanzialmente allineato al primo semestre dello scorso anno, anche se il risultato si è declinato diversamente nei due trimestri, mostrando nel secondo un chiaro segnale di indebolimento della domanda in Europa.
«Stiamo vivendo un momento storico di grande incertezza» ha detto Garavaglia «i segnali positivi evidenziati nei primi mesi dell’anno si sono progressivamente diluiti in coincidenza con l’evolversi del conflitto russo-ucraino e dei conseguenti impatti sul sentiment dei consumatori, già messo in crisi dalle recenti spinte inflazionistiche nei beni di consumo di primaria necessità».
Nonostante la performance non soddisfacente dell’ultimo trimestre, ha spiegato ancora il top manager che lascerà il gruppo a settembre, “crediamo che la strategia alla base delle azioni messe sia ancora corretta».
Il gruppo prevede una persistente debolezza dei mercati e della domanda anche nel secondo semestre e stima di poter chiudere l’anno con ricavi in flessione ad un tasso inferiore al 5 per cento.
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