Il Gruppo Cividale acquista la trevigiana Rössl & Duso
L’azienda friulana era entrata nel capitale della srl veneta rilevando nel 2018 una quota del 25%, oggi ha perfezionato il passaggio di mano del restante 75%. Chiara Valduga: «Un’operazione strategica che ci assicura un vantaggio competitivo»

UDINE. Una crescita pianificata anche per linee esterne attraverso acquisizioni mirate. È la strategia del Gruppo Cividale che la sua presidente, Chiara Valduga, aveva ben delineato la primavera scorsa, in occasione dell’evento di presentazione di Top500, durante il quale aveva anticipato l’acquisizione della Rössl & Duso.
Ora l’operazione è stata completata: dopo l’ingresso del Gruppo Cividale nel 2018 con una quota del 25%, ecco che è passato di mano il restante 75% del capitale. Un’acquisizione strategica, come la definisce Chiara Valduga, alla guida del Gruppo Cividale, che assegna all’azienda «un importante vantaggio competitivo».
Nell’operazione Rossl & Duso è stata assistita dagli studi SC&A e Bugaro con un team formato dall’avvocato Federica Bugaro e dal commercialista Francesco Ferri de Lazara partner SC&A Studio Commercialisti & Avvocati, coadiuvato dall’associate Tommaso Gazzea. Gruppo Acciaierie e Fonderie Cividale s.p.a. è stato assistito dallo studio udinese MPRD – Molaro Pezzetta Romanelli Del Fabbro con un team composto dal partner Carlo Molaro e dall’associate Simone De Angelis.

Rössl & Duso è stata fondata a Vedelago (Treviso) verso la fine degli anni sessanta da Giuseppe Rössl e Dino Duso, attuale presidente onorario. Opera nel campo delle lavorazioni meccaniche di pezzi fusi o forgiati destinati ai settori dell’energia, dell’oil&gas, della meccanica, del navale. Ha un organico di circa 100 dipendenti e ricavi per 15 milioni di euro l’anno.
Presidente Valduga, un’acquisizione dai tempi lunghi, quella di Rössl & Duso da parte del Gruppo Cividale. Una scelta?
«La strategia di acquisizione dell’azienda era stata condivisa nel 2018 con i precedenti proprietari e fondatori e prevedeva l’acquisizione di una quota iniziale pari al 25% del capitale da parte del Gruppo Cividale e un contratto di opzione che avrebbe consentito al Gruppo di acquisire la maggioranza dopo tre anni dal primo closing, in un’ottica di continuità con la precedente gestione».

Perché avete scelto di puntare su un’azienda meccanica come quella trevigiana?
«Di fatto il Gruppo ha da sempre perseguito la strategia di integrarsi a valle del proprio ciclo produttivo, assecondando le esigenze dei clienti che ormai sempre più frequentemente chiedono pezzi finiti di lavorazione meccanica. Già nel Gruppo sono presenti tre officine di sgrossatura, (a Cividale, Pavia di Udine e Gorizia) e un’officina di finitura (a Lancenigo, in provincia di Treviso). Ora l’acquisizione della Rössl & Duso di Vedelago, da un lato potenzierà la capacità del Gruppo nell’ambito delle lavorazioni meccaniche, dall’altro garantirà al Gruppo un importante vantaggio competitivo, grazie alla possibilità di finire di lavorazione meccanica, al proprio interno, anche i pezzi più complessi e di maggiori dimensioni».

Non è l’unica in questi anni: oltre a Zml avete fatto shopping in Russia e in Nord America. Con quali obiettivi?
«In Russia, a Chelyabinsk, nell’area degli Urali, abbiamo realizzato in joint venture con un nostro cliente, una fonderia di acciaio, specializzata nel settore oil&gas. L’obiettivo primario è stato quello di produrre direttamente in un’area commercialmente interessante come quella russa. Questa operazione ci ha consentito di presidiare meglio il mercato russo, con ricadute positive anche per le fonderie italiane. In Canada abbiamo invece acquisito da un nostro cliente una fonderia di acciaio: anche in questo caso l’obiettivo primario era ed è quello di approcciare meglio, avendo un sito produttivo in loco, il mercato nord-americano. L’acquisizione della Zml, effettuata ancpora nel 2006, rientra invece in un’ottica di diversificazione sia per quel che riguarda la tipologia di prodotti, posto che la Zml è attiva nella produzione automatizzata di ghisa, nella pressofusione di alluminio, nella trafilatura del filo di rame, sia per quel che riguarda i settori di destinazione, posto che la produzione Zml è principalmente rivolta all’ automotive».

Altre “prede” all’orizzonte?
«Stiamo valutando altre possibili operazioni, ma non saranno imminenti».
Come chiuderete il 2021?
«Il fatturato è in crescita, ma a livello di marginalità subiamo gli aumenti delle materie prime e delle energie che, nell’attuale contesto di mercato, è stato possibile ribaltare sui clienti finali solo parzialmente».
Già definite le strategie per il 2022 che, per il vostro settore, dovrebbe presentarsi dinamico sul fronte della domanda, ma non privo di criticità sul fronte commodities?
«I nostri mercati di riferimento sembrano dare segnali positivi, ma le criticità sono tante: al momento preoccupa particolarmente l’andamento dei costi di energia elettrica e metano ed anche la reperibilità di alcuni materiali».
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