Il fondo di Private Equity di Riello acquisisce il 65% delle scarpe per alpinismo Garmont

Garmont, con un fatturato di oltre 20 milioni di euro, è specializzata nella realizzazione e commercializzazione di calzature e accessori di fascia alta, nel segmento “outdoor” (alpinismo, trekking, arrampicata, backpacking e trail running) e “tactical” (boots, military style per appassionati). Bressan manterrà il 30% delle quote, il restante cinque per cento è nel portafoglio di Terry Urio, che proseguirà nel proprio ruolo di direttore finanziario dell’azienda

TREVISO. «Non è una vendita», ci tiene a precisare il presidente Pierangelo Bressan, «bensì un’unione finalizzata a crescere ancora, tramite nuovi accordi commerciali e acquisizioni». Garmont, uno dei nomi di punta nel distretto montebellunese dello sportsystem per il segmento outdoor, ha sottoscritto un accordo di cessione – il closing sarà a fine marzo – del 65% delle proprie quote azionarie al fondo Riello Investimenti Partners Sgr Spa, guidato da Nicola Riello, terza generazione della dynasty industriale veronese.

Bressan manterrà il 30% delle quote, il restante cinque per cento è nel portafoglio di Terry Urio, che proseguirà nel proprio ruolo di direttore finanziario dell’azienda. Ad affiancare Bressan come Ceo ci sarà il giovane manager Davide Calcagnotto, già da due anni in azienda. Fondata nel 1964 da Nando Garbuio con la produzione di scarponi da sci e scarpe da montagna e cresciuta negli anni con il figlio Carlo alla guida, Garmont – il cui nome fonde Garbuio e Montebelluna – è stata rilevata il 1 aprile 2014 in fase di concordato da Bressan, che ha subito dato il suo imprinting allargando i mercati e facendo entrare nuovi manager e competenze. In quell’anno il fatturato non arrivava a otto milioni di euro: nel 2019 Garmont ha chiuso con un volume d’affari di 20, 2 milioni, con una quota export dell’85 per cento.

«Numeri in leggero calo nel 2020 – dice ora Bressan – ma contiamo di recuperare tutto nel 2021». Quando e come è nato l’approccio con Riello? «In estate abbiamo condiviso progetti e idee, la decisione è stata presa nelle ultimissime settimane. Abbiamo verificato la grande qualità dei nostri interlocutori, veneti come noi, e questo mi ha dato la forza di poter chiudere l’accordo».

Forza non facile da trovare, per molte aziende ancora a conduzione familiare. «Ma non è una vendita, la nostra: è una questione di cultura imprenditoriale, io la vedo come un’opportunità di acquisire competenze e risorse finanziarie, può solo far bene e farci crescere». In che modo? «Tramite accordi commerciali, sfruttando le potenzialità di un brand “risuscitato”, e anche tramite acquisizioni».

Finanza elemento chiave? «Non per noi, i numeri sono buoni, l’azienda è sana e ha liquidità. Riello porta competenze tecniche, contatti internazionali». C’è la volontà di mantenere nel tempo la vostra quota? «Assolutamente». Com’è lo stato di salute del distretto? «Buono. Spartire la torta con qualcuno dev’essere visto come un plus, non come un handicap».

Bressan sa come si lavora dall’altra parte del tavolo, in tema di fondi: ha partecipato di tasca propria a operazioni di rilancio di successo (Gta Moda, Fantic Motor) e ora apre le braccia a Nicola Riello. Riello Investimenti Partners Sgr Spa è attiva da oltre 20 anni, conta più di 30 operazioni per un patrimonio gestito di circa 240 milioni di euro.

«Siamo molto soddisfatti per l’operazione, Garmont rappresenta perfettamente, per dimensioni e qualità, il tipico esempio d’impresa che esprime il meglio del made in Italy – dice Riello – Opera in un settore che sta crescendo molto, calzature e abbigliamento tecnico sportivo da montagna, particolarmente apprezzati all’estero e quindi con le migliori prospettive di crescita. Daremo il nostro sostegno allo sviluppo nel rispetto della continuità». — 

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