Idrogeno dall’acqua piovana, il brevetto di Cts H2 fa volare la startup
Ricavi a +70% per l’azienda pordenonese dagli orizzonti internazionali che ha messo a punto un sistema in grado di produrre energia, calore e un carburante “green”

Un sistema che potrà portare una vera e propria rivoluzione superando quelli che sono stati fino a oggi, gli ostacoli nella produzione di idrogeno verde.
Lo ha messo a punto la startup Cts H2, con sede a Brugnera (Pordenone), impegnata per lo più fra Stati Uniti e Corea del Sud. In particolare, il sistema utilizza l’acqua piovana per ricavare idrogeno, stoccarlo e poi ottenere dalla molecola più piccola e leggera esistente in natura, energia elettrica, calore e anche un carburante alternativo per la mobilità sostenibile.

Una tecnologia che permette di superare il principale ostacolo che tutte le fonti energetiche rinnovabili devono fronteggiare, l’intermittenza, e senza utilizzare batterie costose e ingombranti che impiegano materiali rari e strategici come il litio.
Il know how di Cts H2 nasce dall’esperienza trentennale dei suoi fondatori in diversi settori industriali ed energetici. L’eterogeneità degli approcci ha permesso di implementare e accrescere delle tecnologie innovative per la produzione di sistemi innovativi, contenendo i costi e aumentando l’affidabilità dei prodotti utilizzati per diversi progetti internazionali basati sull’utilizzo del gas idrogeno come fonte pulita e sostenibile di energia.

Il range di fatturato nel 2021 ha premiato le scelte imprenditoriali registrando una crescita del 70 % rispetto al 2020. «Sono molte le difficoltà nel far capire le potenzialità del nostro prodotto battezzato H2home – spiega Daniele Verardo, general manager di Cts H2 – riferite da una parte, alla mancanza di conoscenza di poter avere, in piccoli spazi, grande quantità di energia stoccata tramite il vettore energetico idrogeno che, non avendo scadenza, può essere utilizzato anche mesi dopo (il concetto di accumulo stagionale), dall’altra sui livelli di sicurezza raggiunti che grazie anche alle certificazioni ed omologazioni ottenute possiamo considerare sicuri. Ma dobbiamo considerare che si tratta di una tecnologia se pur matura, priva di una vera filiera industriale e quindi necessita ancora di investimenti importanti – conclude Verardo –. Su questo confido che la parte pubblica faccia il suo, facilitando insediamenti industriali e con incentivi, consapevoli che possiamo risolvere definitivamente il problema dell’inquinamento e avviare un percorso di decarbonizzazione».

Cts H2 ha ottenuto anche un riconoscimento prestigioso. Segnalando l’innovativo valore aggiunto e la tecnologia altamente performante e preziosa in tempi di crisi energetica globale, la startup si è aggiudicata il Premio Vivere a Spreco Zero 2022, nella speciale categoria acqua /energia.
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