Cella Costruzioni, la maestra dei restauri compie settant’anni
Tra i cantieri più recenti si conta l’udinese palazzo Torriani. L’impresa ha chiuso il 2024 a 12 milioni di ricavi e 1,4 di utile

Settant’anni di attività e una specializzazione che l’ha portata a diventare uno degli interlocutori più autorevoli in regione nel restauro del patrimonio storico.
Cella Costruzioni, nata a Flaibano nel 1955 e poi trasferitasi nella zona industriale di Coseano dove oggi ha il suo quartier generale, festeggia quest’anno un anniversario importante, celebrato continuando a macinare cantieri complessi, dai castelli alle scuole finanziate con il Pnrr. Un traguardo che fotografa l’evoluzione di un’impresa familiare capace di trasformarsi, generazione dopo generazione, in un punto di riferimento dell’edilizia pubblica friulana.
La vocazione al restauro monumentale è il tratto che distingue l’azienda guidata da Bruno Cella insieme al fratello Gianfranco Paolo e al figlio Matteo nel mondo dell’edilizia Fvg.
Negli anni, la società si è ritagliata infatti uno spazio significativo negli interventi su edifici vincolati, firmando, tra gli altri, i restauri dei castelli di Gorizia e di Miramare, del tempietto Longobardo a Cividale del Friuli, della Torre di Santa Maria a Udine e nei giorni scorsi - il cantiere si è appena concluso – anche del vicino palazzo Torriani. «Abbiamo lavorato su gran parte del patrimonio monumentale regionale» conferma il titolare Bruno Cella.
Accanto al restauro, l’impresa ha consolidato una presenza stabile negli appalti pubblici, tanto da trovarsi oggi in una fase di forte espansione. «Attualmente stiamo realizzando tre nuove scuole in altrettanti Comuni della provincia e una cantina sul Collio», spiega il titolare. Il Pnrr ha aperto una stagione di investimenti rilevante, soprattutto sugli edifici scolastici, e l’azienda sembra averne intercettato le opportunità grazie a una struttura organizzativa collaudata e a un personale formato per gestire cantieri eterogenei.
La parte privata del business resta più contenuta, anche se Cella Costruzioni segue clienti storici, mantiene accordi quadro con A2A ed Edison e sviluppa, a intervalli, lotti residenziali acquistando direttamente i terreni. «Il nostro focus restano però le costruzioni pubbliche e le grandi committenze» precisa l’imprenditore.
L’insieme dei fronti ha garantito a Cella Costruzioni ricavi, l’anno passato, a 12 milioni di euro, in contrazione rispetto ai 15,2 milioni dell’anno precedente, ma con un passo avanti sul fronte della redditività. Il risultato ante imposte è stato infatti di 1,8 milioni contro i precedenti 664 mila euro, l’utile di quasi 1,4 milioni contro i 500 mila euro del 2023. L’anno in corso dovrebbe chiudere intorno agli stessi livelli, con la certezza, come detto, di un 2026 già interamente assicurato dalle commesse in portafoglio, spinte in modo importante dagli ultimi fondi del Pnrr.
Anche Cella paga dazio alla difficoltà di reperimento della manodopera. «È difficile trovare tecnici – conferma l’imprenditore –. Se ne avessimo disponibili, li assumeremmo subito». Oggi circa metà della forza lavoro – 30 dipendenti diretti e altrettanti nell’indotto – è composta da stranieri, una presenza senza la quale «molte imprese – fa sapere ancora Cella – non potrebbero operare».
Capitolo cruciale, per l’impresa friulana, resta la sicurezza. «È una priorità» afferma con convinzione l’impresario che assicura cantieri controllati, subappaltatori selezionati e formazione continua. Una filiera che parte però da un principio base, quello della responsabilità personale, «che è il primo presidio di sicurezza e non è solo una questione normativa – conclude – è cultura del lavoro».
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