I tappi Labrenta approdano negli Stati Uniti, nuova sede a Jersey City

VICENZA. I tappi Labrenta diventano americani come "Frank", il nonno emigrante dei fratelli Gianni e Amerigo Tagliapietra. Quarantasette anni il primo e quarantuno il secondo, sono i titolari dell'azienda vicentina di Breganze, brand leader italiano con i suoi 200 milioni di "chiusure" annualmente prodotte.
Apre infatti a Jersey City, con vista sulla skyline della confinante New York, la sede commerciale di Labrenta Usa, appositamente creata per il mercato degli Stati Uniti: un segnale di continuità forte rispetto a un 2020 che si avvia a far registrare per Labrenta 11 milioni di fatturato, con una crescita del 5% comunque apprezzabile dopo un anno di pandemia.

L'approdo negli States è un'operazione resa possibile dalle competenze di Labrenta, che in cinquant'anni di storia ha affinato tecnologie d'eccellenza grazie a cui essere competitiva nell'indotto delle chiusure per gli "spirits", compreso ovviamente il whiskey prodotto nelle distillerie di stati americani come Tennessee, Wisconsin, Kentucky e Nord Carolina.
Da qui si irradiano commerci che, secondo una ricerca di Global Data, solo nel mercato interno degli Stati Uniti fatturano attorno ai 23 miliardi di dollari annui, pur fronteggiando sensibili aumenti nei consumi di altri superalcolici, come la tequila e il mezcal.
"Sono tutti liquori che per noi non hanno segreti – spiega Gianni Tagliapietra – sin dalla svolta degli anni '90, quando iniziò la produzione di tappi sintetici in grado di non far ingiallire l'acquavite, come può accadere con quelli di sughero".
L'apertura di una base commerciale nel New Jersey giunge a nemmeno un anno di distanza dall'avvio della sede produttiva di Guadalayara, in Messico, dove la quantità prevista di tappi per il 2021 supera i 15 milioni di pezzi, il doppio di quelli del 2020. Aggiungendo l'attività di un secondo stabilimento, operativo dal 2005 a Monte Belo do Sul, in Brasile, si colgono le dimensioni di un gruppo Labrenta che, fra casa madre di Breganze e filiali americane, occupa una forza lavoro di circa cento unità.
Questo del New Jersey è come un cerchio che si chiude per Gianni e Amerigo Tagliapietra, rispettivamente CEO e Sales Manager di una Labrenta al cui interno opera nelle risorse umane anche la sorella Franca. Il singolare effetto è dovuto alla vicinanza della nuova filiale con Ellis Island, l'isola di New York che fino agli anni Venti dello scorso secolo era destinata a una prima accoglienza di quanti emigravano a milioni verso il Nuovo Mondo.

Fra questi ultimi c'è anche Francesco Tagliapietra, vicentino di Calvene, dove è nato il 10 gennaio 1891, ultimo di una nidiata di undici figli. Come riportato nel visto di ingresso negli Stati Uniti, è il 25 febbraio 1914 il giorno del suo sbarco come passeggero del bastimento francese Rochambeau, salpato mesi prima da Le Havre. Fra gli States e questo ventiduenne "globetrotter", che da italiano con la valigia di cartone ha già lavorato in Germania, scatta un feeling che non si interrompe nemmeno quando gli tocca abbandonare il primo impiego, trovato in una cava di calce, per combattere con le truppe americane sul fronte francese della Grande Guerra. Tanto è vero che, non appena concluso il conflitto, Francesco Tagliapietra fa ritorno oltreoceano, puntando stavolta al Wisconsin dove, fra un lavoretto e l'altro, riesce a realizzare il sogno di avviare una personale attività nella distillazione dell'acquavite.
Un toccasana per lui, che scopre un business con cui arricchirsi, ma anche per il mercato statunitense che, nonostante siano gli anni del proibizionismo, continua a esprimere un'elevata domanda di superalcolici. Nasce così il mito di "Frank l'Americano", soprannome con cui Tagliapietra viene chiamato da quel momento in avanti. I suoi liquori costituiscono un altro intreccio importante con l'attività avviata dai nipoti con Labrenta, la cui produzione di tappi e chiusure ha raggiunto negli ultimi anni gli standard di un business globale grazie alle profonde conoscenze ovunque acquisite in fatto di trend e consumi.

Sulla falsariga di quanto accaduto in Brasile con la "cachaca", e in Messico con la tequila, Labrenta Usa ha ora tutte le carte in regola per rapportarsi ai maggiori produttori e distributori americani non solo di whisky, compresa la variante del Kentucky nota come "burbon", ma anche di quel gin e di quella vodka usati come "basi" di cocktail di ogni genere.
A dire la verità, la permanenza negli Stati Uniti di "Frank l'Americano" dura non più di un decennio, sufficiente però per intrecciare relazioni importanti, ad esempio con Joseph Kenndy, il padre del presidente americano John Kenndy, assassinato a Dallas nel 1962, e per accumulare i capitali con cui, una volta rimpatriato assieme alla moglie Anna Maria Pasin, vicentina di Lugo, provvedere alla crescita di sei figli.
Tocca al più piccolo, Renzo Giordano, unico tuttora in vita, intraprendere negli anni '70 le attività, commerciali e produttive, del marchio Labrenta. "Grazie a questa sede aperta negli Stati Uniti contiamo di intrecciare relazioni e avviare nuovi business" commenta Amerigo Tagliapietra dalla sede di Breganze dove campeggia l'encomio che il governo di Washington rilasciò al nonno in seguito alla preziosa opera di fiancheggiamento svolta durante la seconda guerra mondiale al servizio delle truppe alleate.
Non pare un caso che il nipote di Frank Tagliapietra, attuale Sales Manager della Labrenta, si chiami come il navigatore Vespucci da cui l'America prese quella volta il nome. Questione di radici. Anzi, di "feeling".
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