I big del mare, tra cui Fincantieri, nel progetto V-access per le navi elettriche

Finanziato dalla Commissione Ue, coinvolge anche le Università di Trieste e Genova e il Politecnico di Milano

Yara Birkeland, costruita da Vard, controllata da Fincantieri, è la prima nave al mondo a guida autonoma e propulsione elettrica
Yara Birkeland, costruita da Vard, controllata da Fincantieri, è la prima nave al mondo a guida autonoma e propulsione elettrica

Si chiama V-access il progetto europeo, finanziato con 5 milioni di euro dalla Commissione Ue, per le navi elettriche e che coinvolge 14 partner internazionali tra cui Fincantieri, con Vard, Asg Superconductors, Rina Germany e Rina Hellas, Rse (Ricerca sul sistema energetico), le università di Trieste e Genova, il Politecnico di Milano oltre alla estone Skeleton technologies, le norvegesi Sintef Energi e Sintef Ocean e l'università di Birmingham.

Obiettivo di V-access (Vessel advanced clustered and coordinated energy storage systems): attraverso tecniche innovative di stoccaggio dell'energia, si vuole aumentare la vita media delle batterie, migliorare l'efficienza energetica a bordo e a ridurre le dimensioni dei sistemi elettrici delle navi.

Un impianto, dunque, da utilizzare sia quando le batterie vengono usate per la propulsione, sia quando sono impiegate, in generale, per dare elettricità alla nave.

Il piano di ricerca, come spiega Il Sole 24 ore, punta a costruire un sistema in grado di collegare le batterie con un sistema di accumulo, composto da un magnete e un cavo superconduttivo con un gruppo di supecondensatori, integrato in un'innovativa rete elettrica di bordo, a corrente continua, per controllare, in modo flessibile, i flussi di energia tra le diverse tecnologie di accumulo.

L'orizzonte temporale del progetto, dettato dal bando di gara Ue, è di tre anni: nel primo, iniziato da pochi mesi, si studia e si mettono in comune le esperienze di tutti; nel secondo si faranno le validazioni, in parte al computer, in parte su dispositivi fisici o digital twin; nel terzo ci sarà la sperimentazione vera a propria, sulla rete di simulazione all'università di Trieste, in un ambiente che replica una sala macchine di una nave.

Finite queste tre fasi, si stima che nel 2027 potrebbero avere luogo le le prime prove del sistema su una vera nave, per arrivare alla commercializzazione nel 2030.

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